Sono giorni importanti per i Quota 96 della scuola: i quasi 4 mila lavoratori bloccati in servizio attendono con impazienza l'appuntamento del 23 giugno, quando alla Camera inizierà la discussione della proposta di legge a favore degli esodati, sperando che in quella sede si trovi spazio anche per discutere delle Pensioni per il comparto scolastico. E intanto, si moltiplicano gli appelli alla risoluzione del problema da parte di esponenti politici (ultima tra tutti Manuela Ghizzoni), dei sindacati e dei diretti interessati, che hanno inviato una lettera aperta al premier Renzi.

Vediamo le ultime notizie nel dettaglio.

Pensioni Quota 96 scuola, la frase sibillina di Renzi

Il premier Matteo Renzi, lo ricordiamo, non ha mai accennato direttamente alla situazione dei Quota 96. Dall'inizio del suo mandato, però, ha ripetutamente espresso il suo rispetto e la sua ammirazione per la categoria dei docenti. L'ultima affermazione relativa al mondo della scuola risale al 13 giugno, quando in una intervista per Repubblica ha riferito: "Stiamo lavorando a un provvedimento sulla scuola. Non sull'edilizia ma su altri aspetti, come gli insegnanti". Nessun dettaglio, nessun riferimento specifico.

I Quota 96 sperano che si riferisca alla risoluzione del loro problema causato dalla legge Fornero, ma questo è tutto da vedere.

Pensioni Quota 96 scuola: torna a parlare la Ghizzoni

Dopo diverse settimane di silenzio, negli scorsi giorni Manuela Ghizzoni (PD) è tornata a parlare a favore dei Quota 96. La deputata (che, ricordiamo, si batte da tempo per gli "esodati della scuola" ed è firmataria insieme a Maria Marzana della Pdl 249) ha postato un tweet rivolto direttamente al premier: "@matteorenzi Bene ringiovanire PA A quando la scuola la più anziana d'Europa? Decreto ora #Q96 x 4000 ultrasessantenni e altrettanti precari".

Invito ripetuto in un intervento a commento delle ultime parole dello stesso Renzi e del ministro della PA Marianna Madia: "è indispensabile, ORA - dice la Ghizzoni - correggere l'"errore" contenuto nella riforma Fornero che ha impigliato 4000 tra docenti e ATA ultrasessantenni nella rete delle nuove norme mentre alla porta restano 4000 giovani in attesa. Correggere finalmente questo errore e ringiovanire la scuola è - per dirla con le parole di Marianna Madia - 'una scelta etica'".

Pensioni Quota 96 scuola: il timido appello dei sindacati

Anche la Flc Cgil è tornata sulla questione Quota 96, ripercorrendo in una nota il proprio apporto alla lotta degli "esodati scolastici".

Vediamo i passaggi principali. "La Flc Cgil - si legge - sin dall'emanazione della riforma Fornero del sistema pensionistico ha sottolineato in tutte le istanze pubbliche che tra le ingiustizie causate dalla riforma c'era quella relativa al personale del comparto scuola, per il quale ai fini del computo del servizio prestato vale l'anno scolastico e non quello solare, come recita l'art. 1 del DPR 351/98". In che modo il sindacato si è opposto a questa ingiustizia? Con "ricorsi legali al Tar, al Consiglio di Stato", facendo poi "più volte appello al Parlamento" e in particolare all'ex ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza e al suo successore attualmente in carica, Stefania Giannini.

Nella nota, il sindacato sottolinea "che nessun provvedimento di natura giudiziaria, facente seguito a ricorsi legali degli interessati, ha dato torto ai ricorrenti e che l'alto numero di precari nel comparto esigono dalla politica un atto di coraggio".

Tra l'altro, aggiunge, "un provvedimento legislativo non avrebbe avuto costi elevati, considerata la platea ristretta interessata al riconoscimento dei requisiti pensionistici al 31 agosto del 2012".

Si tratta, ricordiamo, di quasi 4 mila persone, per risorse economiche che ammontano in totale a circa 400 milioni di euro da qui al 2018.

Pensioni Quota 96 scuola, la lettera aperta del Comitato

Nella speranza di attirare l'attenzione del Governo, l'ultima iniziativa del Comitato Civico Quota 96 è una lettera aperta diretta al premier Renzi in persona, e pubblicata online. In essa Giuseppe Grasso, membro del direttivo, ripercorre i 29 mesi di lotta per il riconoscimento di un diritto e fa leva sull'assurdità di questo caso politico che si trascina ormai da troppo. 

Renzi risponderà?