Non è la volontà a mancare, ma il denaro. Resta sempre un problema di "mezzi economici" quello che sta bloccando sul lavoro o in qualche forma di esodo migliaia e migliaia di persone. Stiamo parlando di coloro che erano in prossimità dell'agognato pensionamento prima del 2011 e che si sono trovati di colpo a veder crescere l'età anagrafica o gli anni di contribuzione per l'ingresso nella tutela dell'Inps.
Il tema della previdenza sta creando notevoli pressioni sul Governo Renzi, ma nel breve termine non sembra che una soluzione possa arrivare. Un problema particolarmente sentito da una parte trasversale dei salariati; dai quota 96 della scuola pubblica agli esodati e ai lavoratori precoci del privato, fino a chi svolge attività usuranti.
I sindacati riaccendono il dibattito chiedendo un intervento
I sindacati hanno più volte chiesto un intervento che renda finalmente possibile il pensionamento anticipato dei lavoratori. Secondo la CGIL, tali provvedimenti dovrebbero essere estesi tanto al settore pubblico quanto a quello privato, in modo da porre fine alle tante situazioni di disagio createsi con la Riforma Fornero. Tra le ipotesi attualmente al vaglio, la possibilità di andare incontro ai lavoratori precoci e a chi necessità della fuoriuscita dal lavoro attraverso una nuova flessibilità, la quale però dovrebbe essere pagata tramite un prestito pensionistico (da restituire a rate sottratte dalla mensilità) o con una penalizzazione dell'1% o 2% per ogni anno di contributi o di età anagrafica mancante.
E potrebbe ancora non bastare, visto che la situazione dei conti italiani resta critica e non ci sono spiragli di miglioramento osservando i dati provenienti dall'economia del Paese. La crescita è ancora lontana e con essa tutte le ipotesi di reperire nuove risorse tramite la fiscalità generale.
La risposta arriverà dalla legge di stabilità
Se si andrà davvero incontro alle necessità dei lavoratori, lo si scoprirà davvero solo quando verrà varata la legge di stabilità. Di sicuro i paletti derivanti dalla Riforma Fornero sono una linea rossa invalicabile, pertanto tutti i provvedimenti che saranno adottati non ingloberanno una sua modifica, ma piuttosto una sanatoria delle situazioni più critiche.
È in questo senso che si conferma come l'età anagrafica di pensionamento resterà con sicurezza quella dei 67 anni. A partire dal dato e mancando le risorse, la pensione anticipata potrebbe diventare realtà grazie al prezzo di correttivi che si speri non risultino troppo penalizzanti per i destinatari.