La pensione deve essere un traguardo disponibile a tutti coloro che sono rimasti incagliati nella riforma Fornero e non solo ad alcune categorie ad hoc. Partendo da questo principio, il Governo starebbe lavorando ad una serie di provvedimenti che possano finalmente risolvere i tanti intoppi nati con la precedente riforma pensionistica, senza dare adito a clamorose discriminazioni.
L'idea è quella di flessibilizzare l'uscita pensionistica sulle reali necessità del Paese.
Ma il principale problema da affrontare resta quello del vil denaro, detto in altri termini dalle coperture da trovare affinché si possano rispettare i vincoli di bilancio. Se è vero che i soldi, per loro natura, non hanno una destinazione insita, allora la responsabilità di come indirizzarli (ed eventualmente di come ridistribuirli) spetta ai decisori pubblici.
Le possibili soluzioni al vaglio del Governo Renzi
Tra le soluzioni che sono già circolate sui giornali nello scorso mese, le più probabili sembrano quelle riguardanti la possibilità di usufruire di un'uscita anticipata, pagando però il prezzo di una penalizzazione proporzionale agli anni mancanti dal pensionamento.
Simile ma non per questo meno possibile è la concessione da parte dell'Inps di un prestito pensionistico, che potrebbe essere rimborsato una volta maturati i requisiti richiesti dalla legge attuale. In questo caso, i soggetti penalizzati dalla Riforma Fornero potrebbero riuscire ad ottenere l'accesso al welfare pensionistico: si parla in particolare di esodati, lavoratori che hanno operato in contesti usuranti e i penalizzati della pubblica amministrazione (come gli insegnanti e il personale ATA dei quota 96 e i quota 102 nella PA).
L'occhio del Governo cade sulle pensioni d'oro
Le indiscrezioni dell'ultim'ora parlano di una nuova possibilità; il Governo potrebbe tentare di rivedere una parte dei benefici delle cosiddette Pensioni d'oro, ovvero di quei pensionati che hanno ottenuto vitalizi netti superiori alle 3000 € al mese senza aver versato i contributi secondo il principio contributivo.
In questo caso, le coperture per le fasce più deboli sarebbero ottenute prelevando gli importi da coloro che hanno usufruito di maggiore generosità nel passato. L'occhio del Governo si sta concentrando in particolar modo sulle pensioni che superano i 60000 euro lordi annui, a cui potrebbe essere presto richiesto un contributo di solidarietà. Resta da valutare la fattibilità di questa strada, che deve comunque poter superare un forte sbarramento nel caso venisse messa alla prova la sua costituzionalità.