Per quanto riguarda la questione del Jobs Act, la riforma del lavoro Renzi, e la riforma Pensioni 2015, più pubblicizzata che realizzata, sono molte le novità in primo luogo, occorre parlare dei Fondi di Solidarietà Bilaterali che rientra nella grande trasformazione, non soltanto normativa ma anche "concettuale", degli ammortizzatori sociali. Sul versante delle pensioni, invece, arrivano due dati: il primo riguarda l'opzione donne e lo scontro tra Inps e governo su chi debba decidere per la proroga, il secondo riguarda alcuni dati dell'Istat che raccontano una situazione previdenziale assolutamente insostenibile, più del 40% degli assegni sarebbe inferiore ai 1000 euro.
Ecco le ultime novità sul tema della riforma del lavoro, il Jobs Act, e sulla riforma pensioni 2015 Renzi.
Jobs Act, riforma lavoro Renzi 2015: la rivoluzione degli ammortizzatori sociali
Una delle questioni al centro della riforma del lavoro Renzi 2015, il Jobs Act, riguarda la rivoluzione degli ammortizzatori sociali. Uno dei temi all'ordine del giorno riguarda l'avvio dei cosiddetti Fondi di Solidarietà Bilaterali: si tratta di forme di sostegno al reddito per quei lavoratori che si trovano ad essere esclusi da ogni forma di integrazione salariale, coloro i quali, insomma, non possono accedere alla cassa integrazione.
Tali fondi - è necessario ricordare per onestà di informazione - erano stati istituiti con la legge n. 92 del 2012 (comma 4 dell'articolo 3) come forma sostitutiva della cassa integrazione in deroga, ma fino ad oggi non sono mai partiti veramente a causa di una difficoltà nella mediazione e negli accordi tra sindacati ed imprenditori. La questione, oggi, riguarda il fatto che, se la riforma del lavoro 2015 Renzi limita il ricorso alla cassa integrazione e sopprime tutte le forme di deroga, quali saranno le forme di integrazione del reddito per i lavoratori in mobilità o licenziati? Su questo punto, è probabile, vi sarà un ennesimo scontro tra sindacati e governo.
Riforma pensioni 2015 Renzi: lo scontro Inps/governo sull'opzione donne e i dati Istat
Uno dei temi più "caldi" della riforma pensioni Renzi 2015, come già detto, più pubblicizzata che realizzata, è quello riguardante l'opzione contributivo donne.
Si tratta dell'ennesima contraddizione che viene fuori sul tema previdenziale: l'Inps infatti con due circolari aveva di fatto chiuso la finestra per l'accesso ai benefici dell'opzione e la richiesta dei Comitati era di un'apertura e di una proroga per tutto il 2015. Dal punto di vista politico, ogni provvedimento in questo senso era stato bocciato e così i Comitati hanno aperto una class action contro l'Inps e le domande di pensionamento, anche dopo il termine ultimo, stanno arrivando alle sedi dell'istituto previdenziale. L'Inps, che teme il ricorso che potrebbe "costare" molto, passa la questione al governo: l'istituto non sta cestinando le domande di accesso e chiede al governo una posizione netta.
Al momento il Ministro Poletti non interviene e così si apre una crisi tra istituzioni e Inps. In conclusione, accenniamo agli ultimi dati Istat sulle pensioni in Italia: ad un aumento della spesa dello 0,7% sull'ammontare complessivo delle prestazioni, vi è un aumento anche delle pensioni inferiori ai 1000 euro, il 41,3% degli italiani infatti riceve un assegno di questo genere. Anche in questo caso si tratta di una contraddizione e forse anche su questo tema sarebbe il caso di pensare degli strumenti di redistribuzione della ricchezza nell'ambito pensionistico. È tutto con le ultime novità sulla riforma del lavoro, il Jobs Act, e la riforma pensioni Renzi 2015. Se siete interessati a ricevere gli aggiornamenti, vi consigliamo di cliccare sul tasto "Segui" in alto a destra, poco al di sotto del titolo.