Con una Legge di Stabilità ormai ad un passo dalla conversione definitiva, il 2015 si candida a divenire l'anno della svolta per quanto concerne il settore previdenziale: tanti i nodi insoluti lasciati in eredità dal 2014, primo fra tutti il caso pensioni lavoratori precoci. Rimanendo concentrati su questa vertenza, il riassetto di prepensionamento e pensione anticipata rimane l'unica via tramite la quale poter arrivare a dei punti di svolta reali, ma in attesa di quello che potrà essere cerchiamo di delineare il quadro attuale: la Legge di Stabilità ha in parte agito sul caso Pensioni lavoratori precoci prevedendo la cancellazione delle penalizzazioni per quanti andranno in pensione anticipata pur non avendo raggiunto la soglia anagrafica minima fissata a 62 anni di età.

La norma rimarrà valida sino al 2017 e nonostante la polemica connessa al fatto che una simile previsione fosse già contenuta nella stessa riforma Fornero (sulla quale iniziano ad aleggiare i primi dubbi circa testi originali ed eventuali impercettibili modifiche) si tratta di un primo piccolo passo compiuto dal governo Renzi verso i lavoratori precoci. Chi sempre nel 2014 vuole accedere a prepensionamento o pensione anticipata ha bisogno di aver maturato 42 anni e 6 mesi di contributi se uomo e 41 anni e 6 mesi se donna: il requisito è destinato a variare nel 2015 e a salire di qualche mese per effetto del meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita prescritto dalla riforma Fornero.

Questi i requisiti INPS ad oggi, alla fine del 2014: e il 2015 che cosa ha in serbo per quanto concerne previdenza e pensioni lavoratori precoci?

Pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, requisiti INPS e riforma: svolta nel 2015 ma serve un nuovo modo di ragionare

Limitando ogni considerazione al solo caso pensioni lavoratori precoci, a questo punto non si può non rimarcare come il 2015 diverrà l'anno della svolta solo e soltanto se a cambiare sarà il modo di pensare dalle parti di Palazzo Chigi: una vertenza specifica e particolare come quella dei lavoratori precoci non può essere trattata mediante misure indirette dalla portata generale. Servono manovre ad hoc e specifiche, serve un iter focalizzato sulle esigenze di quanti lavorano dai 14 anni e non possono (e noi aggiungeremmo non devono) maturare i requisiti previsti dalla riforma Fornero. La soluzione ideale sarebbe il disegno Damiano (presidente della Commissione Lavoro), che nel 2015 vorrebbe configurare l'accesso a prepensionamento e pensione anticipata parametrando il tutto sulla base del raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica maturata. L'alternativa, buona non solo per il caso pensioni lavoratori precoci ma anche per tutta un'altra serie di vertenze, sarebbe un'uscita fissata per tutti a 62 anni di età più un minimo di 35 anni di contributi, altra ipotesi questa targata Cesare Damiano. Il 2014 lascia dunque un buon ventaglio di soluzioni sul quale poter lavorare - pensiamo anche alla possibile configurazione di Quota 100 - ma per poter assistere a dei risultati concreti sarà necessario, come già sottolineato, un mutamento di prospettive: basta soluzioni generiche, serviranno istituti e strumenti specifici e dalla portata limitata. La sfida previdenziale sarà la vera missione del 2015 del governo Renzi, chiamato nell'anno che verrà a rispettare l'impegno assunto nel DEF di aprile: creare un sistema pensionistico flessibile e dinamico che premi chi rimane più a lungo a lavoro ma che conceda ampi margini di scelta su quando uscire dall'impiego. Per realizzare l'ideale di un mondo del lavoro flessibile e dinamico è infatti indispensabile prevedere un turn over fluido e scorrevole, che crei quasi naturalmente dei posti di lavoro per via del pensionamento di vecchio personale. Seguiremo di certo gli sviluppi futuri, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' collocato in alto, a fianco al nome dell'autore.