Risarcimento docenti precari: costerà 6mld
Un risarcimento equo e stabilito dalla Corte Europea nella sentenza del 26 novembre e in questi giorni in applicazione anche nelle risposte positive di accoglimento dei ricorsi da parte del Tar. Primo fra tutti quello di Torino che ha stabilito un risarcimento di 22mila euro a un docente precario da 7 anni, oltre al riconoscimento dgli scatti di anzianità che avrebbe maturato nel medesimo periodo se fosse stato assunto con contratto a tempo indeterminato. In base alle dichiarazioni di Anief, le previsioni portano all'aumento delle somme di risarcimento, in considerazione che sarà necessario risarcire o indennizzare anche i periodi in cui i docenti sono rimasti senza contratto (tra un incarico di supplenza e l'altro). Tutto da rivedere invece la sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato, ovvero l'immissione in ruolo, ma il Governo al momento non sembra preoccuparsi di trovare una soluzione all'applicazione della Sentenza della Corte Europea.L'Agenzia Agi ha dichiarato che lo Stato avrà un danno di 6 miliardi, questo potrebbe essere il costo iniziale di risarcimento dei docenti che al momento hanno fatto ricorso, ma saranno un numero superiore di quello che a oggi ha effettuato la richiesta o che attende giudizio. I docenti precari con almeno 36 mesi di servizio continuativo che hanno effettuato supplenze su posti vacanti hanno il diritto al risarcimento, al riconoscimento degli scatti di anzianità e all'immissione in ruolo, ma questi posti non possono solo essere pretesi, ci devono essere, devono essere disponibili. Non basta dunque la sentenza della Corte Europea che condanna l'Italia per l'abuso di contratti a termine, in modo particolare nel comparto scuola, ma non solo: è necessario trovare le via di applicazione della sentenza e la fattibilità delle proposte. I docenti iscritti in GaE attendono, ma anche quelli che hanno conseguito l'abilitazione all'insegnamento, come i diplomati magistrale, in lotta per il ruolo. Ora spetta al Governo Renzi e al Ministero della Pubblica Istruzione dare un proprio segnale e confermare di aver recepito la sentenza UE.