Un risarcimento di 22mila euro, in aggiunta agli scatti di anzianità, ma nessuna assunzione con contratto a tempo indeterminato, per un docente precario da 7 anni. Questa la sentenza del Tar di Torino, in persona del Giudice Daniela Paliaga. La notizia è stata diffusa da la Stampa e avvia delle riflessioni sulla mancata stabilizzazione del personale precario della scuola, in alcuni casi costretto a ricorrere al Tar per vedersi riconoscere i propri diritti lavorativi. Nonostante il riconoscimento di una somma di denaro quale risarcimento al precariato, non si riesce però a raggiungere l'immissione in ruolo, che il Tar non ha potere di disporre in relazione alle modalità di assunzione italiana: il concorso a cattedra.

Il Miur è stato condannato al pagamento delle spese, pari a 4.500 euro.

Risarcimento docente precario, ma no al ruolo

Risarcire con una somma di denario pari a un anno di lavoro sì, ma non l'immissione in ruolo, possibile esclusivamente con concorso o con iscrizione nelle Graduatorie ad esaurimento, nel caso in cui davvero il Governo Renzi dovesse avviare la procedura tanto promossa con il piano straordinario di assunzioni del personale docente precario de La Buona Scuola. Il Tribunale di Torino non ha disposto l'assunzione con contratto a tempo indeterminato/l'immissione in ruolo, anche se la Corte Europea ha concesso tale possibilità per i docenti precari, in relazione all'applicazione del concorso quale unico strumento di immissione in ruolo. Il risarcimento per la mancata stabilizzazione quale docente è stato dunque quantificato in 22mila euro.



Al docente precario ricorrente, il Tar Torino ha riconosciuto anche gli scatti di anzianità, fattore importante nell'ambito della Riforma della Scuola, anche in questo caso, se dovesse andare avanti nella risoluzione e stabilizzazione dei docenti precari. Il riconoscimento degli scatti di anzianità è stato calcolato in relazione a ciò che avrebbe maturato con l'immissione in ruolo, senza ripartire da capo ogni anno scolastico di servizio. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha dovuto corrispondere anche la somma di 4.500 euro di spese. Si avvia dunque la possibilità che, se non il Governo Renzi - abbiamo visto in questi giorni come non si sia ancora curato di trovare le modalità per espletare la sentenza della Corte Europea - saranno almeno i Tribunali a stabilire risarcimenti e riconoscimento dei diritti del eprsonale precario della scuola. Resta solo da riflettere sul fatto che non si può, in questo modo, disporre l'immissione in ruolo, che dovrebbe essere effettuata tramite un piano di assunzioni. Si attende la risposta del Governo, che prima di Natale dovrebbe offrire dei riscontri positivi o per lo meno un piano fattibile nella sua realizzazione.