Prosegue il dibattito pubblico sul tema della previdenza; i lavoratori disagiati si trovano a confrontarsi con le ipotesi di riforma che stanno giungendo nelle ultime settimane dalla politica, nella speranza che entro breve si possa finalmente arrivare ad una soluzione condivisa del problema. Il primo obiettivo dei lavoratori che vivono una situazione di difficoltà è quello di porre fine al blocco, che si sta trascinando ormai da tre anni, ovvero dal momento in cui la legge Fornero ha stabilizzato i conti pubblici attraverso l'irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi di accesso alla quiescenza.
Purtroppo la naturale conseguenza di questa scelta si è concretizzata nello stop di molti pensionamenti e nel contemporaneo fermo del turn over tra giovani e persone in età avanzata, un fatto che ha provocato delle evidenti contraddizioni e che lo stesso ministro del lavoro Giuliano Poletti ha definito come "rischioso" per la tenuta sociale del Paese.
Pensioni anticipate, ecco le ipotesi più discusse: da quota 100 ai meccanismi di pensionamento flessibile dei partiti minori, fino al prestito previdenziale
Stante la situazione, i lavoratori si trovano ora disorientati davanti alle numerose ipotesi che nel corso degli ultimi mesi sono state proposte per riuscire a risolvere la questione della previdenza in modo strutturale.
Tra queste, una di quelle più apprezzate sembra restare la quota 100 di Cesare Damiano, con la quale si potrebbe accedere al pensionamento sommando gli anni di versamenti con quelli anagrafici; ad esempio, si potrebbe ottenere la quiescenza con 59 anni di età più 41 anni di contribuzione. Un'altra recente proposta è arrivata dall'IDV, che ha suggerito di aprire il pensionamento a tutti partendo dall'età di 60 anni. Secondo questa formula, il lavoratore potrebbe decidere soggettivamente quando ottenere il pensionamento, seppur con una penalizzazione massima del 10%, qualora questo avvenga prima dei 65 anni di età. Ancora diverso sarebbe invece l'adozione del ricalcolo con il sistema contributivo, che nella sua forma più pura permetterebbe di slegare il pensionamento anticipato da qualsiasi età anagrafica, per calcolare la mensilità previdenziale esclusivamente sul montante accumulato.
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