Il decreto sulla Scuola sarà uno tra i primi atti che saranno sottoposti alla firma del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L'ex ministro dell'istruzione sarà chiamato a svolgere le normali funzioni di controllo e di garanzia del pacchetto legislativo che attuerà il programma del Governo Renzi de #LaBuonaScuola: i lavori, in tal senso, si concretizzeranno nel decreto legge e nel disegno di legge delega che dovranno essere sul tavolo della discussione di Governo, pronti per il 27 febbraio. Al centro della riforma della Scuola ci sarà il problema dei docenti precari: il piano straordinario delle 149 mila assunzioni di docenti reperiti nelle Graduatorie ad esaurimento potrebbe sì svuotare il lunghissimo elenco dei prof in attesa, ma non risolvere il problema del precariato.

#LaBuonaScuola, svuotare le Graduatorie ad esaurimento (Gae) risolverà il problema del precariato dei docenti?

Perché a complicare i piani del Governo c'è la sentenza della Corte di giustizia europea che ha ammonito l'Italia per l'abuso dei contratti a tempo determinato nella scuola. E, dunque, elenchi delle Graduatorie ad esaurimento ed elenchi di supplenti utilizzati dall'amministrazione scolastica per più di tre anni sono platee non coincidenti: secondo i dati disponibili per l'anno scolastico 2013-2014, infatti, su circa 140 mila contratti di supplenza della durata di un anno assegnati, appena la metà riguarderebbe insegnanti che sono inclusi nelle Graduatorie ad esaurimento. Gli altri 70 mila docenti appartengono, invece, alle graduatorie d'istituto.

Essere iscritti alle Graduatorie ad esaurimento, in definitiva, non è il solo criterio per identificare i precari storici e, per questo, svuotare tale graduatoria non significherà risolvere il problema del precariato per tutti i posti disponibili con contratti aventi durata di un anno e contratti per oltre tre anni. E, per di più, una riforma di questa portata potrà soddisfare le richieste pervenute all'Italia dalla sentenza della Corte di giustizia europea?

Mattarella, in tal senso, non sarà un semplice bollatore degli atti di provenienza governativa: nell'ultima veste di giudice costituzionale, il nuovo Capo dello Stato aveva avuto un ruolo fondamentale proprio nel rinviare alla Corte di giustizia europea la questione dell'abuso dei contatti a termine nella Scuola affinché la Corte stessa si esprimesse sulla compatibilità della normativa nazionale rispetto a quella europea.

Per questo motivo, la riforma scolastica non potrà prescindere dal lavoro che, anziché conclusivo, potremmo definire "preventivo" di Mattarella: l'ex ministro dell'Istruzione dovrà necessariamente partecipare alla riforma per evitare che gli atti della riforma della Scuola sottoposti alla sua firma siano bocciati.