"L'assegno di disoccupazione è un sostegno assistenziale che eroga sino ad un massimo di 450 o 500 € al mese indipendentemente dai contributi versati" dichiara il Presidente della Commissione lavoro alla Camera dei Deputati Cesare Damiano, spiegando che si tratta di "uno strumento utile per affrontare situazioni particolari, ma che non può soddisfare le esigenze di flessibilizzare l'età pensionabile".

È questo in sintesi il pensiero dell'ex Ministro del lavoro, che si dice in disaccordo con la proposta presentata dal Presidente Inps Tito Boeri sull'istituzione di un aiuto di welfare (chiamato anche reddito minimo) dedicato a coloro che perdono il lavoro intorno ai 55 anni di età. Queste persone si trovano ad affrontare una situazione particolarmente difficile, perché solo il 10% di loro riesce a reinserirsi nel mondo del lavoro, mentre nella parte restante dei casi si trovano a vivere una disoccupazione strisciante senza poter accedere alle tutele dell'Inps.

Assistenza di welfare e reddito minimo: le perplessità sull'intervento di sostegno

Nella pratica, il problema sollevato dal Presidente della Commissione lavoro è che l'aiuto ricevuto potrebbe essere troppo limitato, ed in alcuni casi addirittura ingiusto: si pensi ad esempio a chi ha versato per diversi decenni i contributi all'Inps e si vede ricevere un assegno di welfare simile alla pensione sociale perché non possiede ancora tutti i requisiti utili al pensionamento. Inoltre, la platea dei destinatari non sarebbe sufficientemente inclusiva, visto che ancora una volta i requisiti di accesso allo strumento sembrano poter essere piuttosto rigidi e comunque legati all'Isee familiare. Motivo che fa preoccupare l'On.

Damiano e che lo porta a riscontrare il rischio di "una profonda ingiustizia".

Riforma pensioni 2015-2016: soluzione migliore è anticipata flessibile per tutti

Stante la situazione, il richiamo del Presidente alla guida della Commissione lavoro è ancora una volta ad aprire l'Inps alla flessibilità previdenziale, in particolare con la pensione anticipata legata al sistema delle Quote. "Bisogna accelerare sull'introduzione dei pensionamenti flessibili" spiega il diretto interessato, rilanciando l'idea della quota 97, che permetterebbe l'uscita dal lavoro già a 62 anni con 35 anni di versamenti. Ma tra le proposte degne di interesse vi è anche quella che vorrebbe legare il pensionamento agli anni puri di contribuzione.

In questo caso, si potrebbe ottenere l'ingresso nelle tutele Inps con 41 anni di versamenti indipendentemente dall'età anagrafica. Su questi temi la Commissione è pronta a convocare in audizione l'esecutivo e in particolare il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, oltre al Presidente dell'Inps.

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