Secondo le ultime notizie, per la riforma della Scuola 2015 sono giorni a dir poco incandescenti: docenti e personale scolastico sono già scesi in piazza a manifestare il proprio dissenso annunciando un nuovo sciopero per il prossimo 5 maggio, mentre proseguono i lavori parlamentari del ddl attualmente in Commissione. È stato già approvato con molti emendamenti l'articolo 1 della Buona Scuola in un clima che, come sottolinea Marina Boscaino de "Il Fatto Quotidiano", fa saltare tutte le regole: verrà stabilita una data di scadenza per la discussione e solo gli emendamenti presentati in Commissione andranno al dibattito in aula, per cui si teme un nuovo steccato temporale.

Il clima è da rivoluzione e il mondo scolastico annuncia battaglia: vediamo allora quali sono i punti essenziali della contestatissima riforma della scuola 2015.

Prima pietra dello scandalo è il famoso piano assunzioni che, dopo le ottimistiche promesse del premier ha visto saltare in un colpo solo ben un terzo dei posti:100mila a fronte delle 150mila previste in origine. Tagliati fuori all'ultimo momento sono circa 50mila tra precari d'istituto (cui viene dato il ben servito dopo anni di servizio) e gli idonei dell'ultimo concorso. Per quel che riguarda le assunzioni, si comincerà da settembre con la chiusura delle graduatorie provinciali dei supplenti e l'inserimento di precari della scuola primaria, media e superiore e vincitori dell'ultimo concorso a cattedre.

Oggetto di innumerevoli polemiche è la nuova figura del preside-sindaco che con la riforma della scuola in atto godrebbe di un vero e proprio strapotere. Al capo d'istituto infatti spetterà la compilazione del pof triennale, la valutazione dei docenti neo immessi in ruolo, la facoltà di assegnare premi in denaro agli insegnanti più meritevoli e il compito di scegliere i docenti direttamente dagli albi territoriali visionandone competenze e curriculum.

I primi due punti si coniugano (nella mente del legislatore) a favore di un'autonomia maggiore delle scuole che renderà possibile, grazie ad un piano di finanziamenti statali, la devoluzione del 5 per mille agli istituti da parte dei genitori che lo vorranno e il cosiddetto "school bonus" un potenziamento di tutto l'apparato didattico.

Aumenteranno le ore di musica e d educazione motoria alle elementari, quelle di economia e storia dell'arte alle superiori dove gli studenti potranno anche avere accesso a dei curricula personalizzati con materie aggiuntive a scelta. Su questo punto le critiche si concentrano sull'attribuzione delle risorse che potrebbe aggravare il divario tra scuole elitarie e scuole più "popolari".

La riforma della scuola tocca poi inevitabilmente anche gli istituti privati che potranno beneficiare della detrazione delle spese sostenute per la frequenza in tali scuole, per un ammontare di circa 100 milioni di euro annue (che si aggiungeranno ai 472 milioni all'anno già erogati agli istituiti privati) a spese della collettività.

La Buona Scuola prevede poi un piano per sanare l'edilizia scolastica che al momento annovera "appena" 36mila edifici non in regola ma sulle risorse da cui attingere per la ristrutturazione è mistero. Per quel che riguarda gli insegnanti, agli statali verrà assegnato un bonus di 500 euro all'anno per spese culturali: libri, software, abbonamenti teatrali e quant'altro. Giusto per avere la testa da un altra parte mentre soffitti e intonaci continuano a cadere.