Prosegue il momento di esasperante fermento riferito a previdenza, prepensionamento e riforma pensioni 2015. Oggi pomeriggio si terrà un Cdm che potrebbe rivelarsi decisivo, con Renzi chiamato a presentare il piano anti-sentenza della Consulta. Lo Stato deve restituire oltre 16 miliardi di euro di rimborsi ai cittadini, ma come sottolineato anche dall'Onorevole Cesare Damiano 'il meeting istituzionale previsto per oggi dovrebbe essere solo un primo giro di tavolo'.
Interessanti anche gli ultimi aggiornamenti riferiti all'Opzione Donna: la scorsa settimana è stato depositato in Senato il ddl 1843 che chiede ufficialmente l'estensione del regime sperimentale sino al 2018, misura auspicabile da un lato ma molto difficile venga ratificata dall'altro soprattutto per via degli immediati costi che comporterebbe (come noto, la Ragioneria di Stato ragiona in un'ottica di breve periodo e non tiene conto dei risparmi che lo Stato potrebbe così accumulare in futuro). In ultimo c'è da segnalare il pronunciamento del TAR del Lazio, che ha fissato la data dell'udienza per giorno 6 ottobre.
Ciò significa che c'è tempo sino al 30 giugno prossimo per aderire alla class action istruita contro l'INPS.
Novità, aggiornamenti e ultime news riforma pensioni 2015 e prepensionamento con opzione donna: novità imminenti, quadro in fermento
Il comparto previdenziale nazionale continua a figurare al centro dell'attenzione dopo l'ormai famosa sentenza emessa dalla Consulta alcune settimane fa. Il Cdm di oggi dovrebbe essere solo interlocutorio, cosa da un lato positiva perché implicherebbe un coinvolgimento di altre figure quali i sindacati e le parti sociali. Il governo ha comunque fissato un fitto calendario di lavori, con le Commissioni Lavoro e Bilancio di Camera e Senato che già domani si riuniranno in seduta congiunta. L'incontro dovrebbe registrare la presenza anche dal ministro Padoan, che complice la sentenza della Corte potrebbe avere un ruolo decisivo all'interno della riforma delle pensioni 2015. A lui, al MEF e ai tecnici del governo spetterà il compito di pianificare una strategia che consenta da un lato di ottemperare a quanto dichiarato dalla sentenza e dall'altro di salvaguardare le manovre di aggiornamento della materia previdenziale attualmente in fase di dibattimento in Parlamento.Tra le vertenze meglio avviate ad una conclusione troviamo senz'altro il caso di prepensionamento con Opzione Donna. Emanuela Munerato, senatrice della Lega Nord, ha infatti presentato un ddl che chiede ufficialmente una proroga sino al 2018 del regime introdotto dalla Legge Maroni, 'un' iniziativa necessaria - ha commentato l'onorevole - per introdurre quella tanto discussa flessibilità in uscita di cui tanto si parla ma poco si è fatto sin'ora'. Il ddl è il numero 1843, qui il link per chi voglia consultarlo: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45438.pdf. Nel frattempo il TAR del Lazio ha fissato l'udienza per giorno 6 ottobre, una decisione alla quale ha fatto seguito l'appello mosso da Dianella Maroni, coordinatrice del Comitato di categoria: 'Adesioni alla class action aperte fino al 30 giugno. Il ricorso collettivo, firmato da oltre 500 ricorrenti, è stato notificato il 26 marzo 2015 all'INPS, al Ministero del lavoro e all'Avvocatura generale dello Stato. La data dell'udienza calendarizzata dal TAR del Lazio il 6 ottobre prossimo, consente di poter tenere aperta la raccolta delle adesioni alla class action fino al 30 giugno pv.'. L'obiettivo numero uno a questo punto è valorizzare il tempo a disposizione massimizzando il numero di adesioni al movimento giudiziale generato contro l'INPS. Lo stesso ente deve ancora emanare il messaggio interno 'promesso' alcune settimane fa nel corso di un meeting con i vertici del Comitato.