Prosegue il momento di grande agitazione connesso al fronte previdenziale con una riforma delle pensioni 2015 che appare sempre più complessa da delineare e strutturare. Ad aver fatto saltare il banco la sentenza emessa dalla Corte Costituzionale, che ha suscitato tra gli altri anche la reazione del presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, sicuro di come adesso ci si debba sedere attorno ad un tavolo per ridiscutere nuovi piani di intervento. Delicato in particolare il caso Pensioni lavoratori precoci, per i quali un eventuale sistema a quote continua ad essere la strada maggiormente auspicabile.

E mentre il ministro Poletti continua ad annunciare l'avvio dei primi meeting coi sindacati, il premier Renzi prosegue nel lavoro di analisi della sentenza pronunciata dalla Consulta che di fatto, stando ai conteggi diffusi dalla CGIL, potrebbe costare 16 miliardi di euro. In riferimento all'opzione donna appare invece opportuno iniziare a ragionare riguardo agli eventuali effetti che produrrà una sentenza del TAR: in attesa del complimento dell'iter giudiziale le promotrici del comitato di categoria continuano a portare avanti la propria battaglia alimentando con grande ardore la cosiddetta operazione CIV.



Aggiornamenti e ultime notizie riforma pensioni 2015 precoci e Opzione Donna: decisione Consulta storica, TAR decisivo

'Un tavolo di confronto servirebbe per ricostruire un quadro generale di interventi sulla previdenza e per calibrare la distribuzione delle risorse tra le varie correzioni da apportare': con queste parole Cesare Damiano ha inteso sensibilizzare il governo Renzi sottolineando l'assoluta necessità di sedersi attorno ad un tavolo per studiare adeguati correttivi ad una situazione che la sentenza dei giudici della Corte potrebbe far implodere. In gioco non c'è soltanto la riforma delle pensioni 2015 ma anche la sostenibilità complessiva della finanza pubblica, che rischia di venir meno a causa della voragine apertesi sotto i piedi nel giro di poche ore. I lavoratori precoci dal canto loro continuano a sperare nel ripristino delle Quote guardando con rinnovata fiducia alle parole del ministro Poletti che ha annunciato l'avvio dei primi meeting con la CGIL.



Discorso diverso per l'opzione donna. Come già evidenziato, a breve l'INPS dovrebbe emanare una circolare interna sottolineando come le domande di accesso all'istituto non verranno cestinate ma tenute in debita evidenza in attesa di un pronunciamento del Ministero del lavoro, ma nel frattempo appare logico e opportuno interrogarsi su un eventuale sentenza del TAR. In caso di vittoria delle aderenti del Comitato tutte le lavoratrici in possesso dei requisiti richiesti e non solo le aderenti alla class action potranno fruire degli esiti di una decisione che dispiegherà dunque i propri effetti a macchia d'olio. Il giudice potrebbe decidere o di cancellare la finestra d'attesa, cosa che anticiperebbe l'erogazione di un anno, o di concentrarsi sull'aspettativa di vita. Staremo a vedere. Prosegue nel frattempo l'operato del Comitato di categoria che continua ad alimentare con un moto quasi perpetuo l'operazione CIV, un iter 'nato per promuovere un movimento a suon di ordini del giorno a nostro favore portato avanti dai comitati regionali e provinciali' ha dichiarato la coordinatrice del comitato Dianella Maroni. 'Questi comitati raccolgono al loro interno i rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro, dei sindacati, i rappresentanti degli uffici del lavoro, dell'INPS, per cui la loro posizione, pur non determinando un vincolo, rappresenta un indirizzo e il sentire della società in ordine ad un determinato problema' ha proseguito la Maroni annunciando il raggiungimento di 20 ordini del giorno complessivi a favore del comitato opzione donna approvati dalle varie dislocazioni regionali e provinciali dell'INPS. La situazione appare in costante divenire, a questo punto non resta che attendere.