Sul tema della riforma Pensioni 2015, Cesare Damiano è convinto che si sia giunti ad un momento in cui il governo Renzi e il premier in persona hanno capito che è necessario, per attuare le giuste riforme, il confronto con le parti sociali, i sindacati e soprattutto con l'opposizione interna ed esterna. I segnali di smottamento del Partito Democratico, segnato dalla sconfitta in Liguria alle Elezioni Regionali, si fanno sentire nel dibattito politico e Cesare Damiano non può che sentirsi contento del fatto che vi sia un netto cambiamento di rotta: l'invito di Poletti ai sindacati per il 15 giugno significa chiaramente che il governo Renzi ha deciso per la via del confronto e del dialogo con tutte le parti sociali.

In questo senso risulta fondamentale il gioco di forze in Parlamento e all'interno del partito di maggioranza, così come sta avvenendo nel dibattito sulla riforma scuola 2015, dove il governo rischia di andare sotto al Senato, perché non ha i numeri sufficienti.

Damiano e il governo Renzi: ultime notizie 06-06 riforma pensioni 2015

Cesare Damiano è convinto che la pressione decisiva affinché il governo Renzi si apra al dialogo venga proprio dalla minoranza dem. L'incontro con i sindacati, chiamato dal Ministro Giuliano Poletti, è un segno importante di distensione nelle relazioni tra Parlamento ed esecutivo, tra maggioranza e minoranza del PD e tra governo e società civile: Renzi avrebbe infatti abbandonato l'idea dello scontro permanente e dell'uomo solo al comando, strategia che si è rivelata troppo spesso perdente.

Le ultime notizie mostrano come le proposte di riforma pensioni 2015 di Cesare Damiano, sulle quali si intende aprire la discussione con il governo Renzi, vertono su tre punti fondamentali: in primo luogo la questione della flessibilità in uscita, mediante un sistema di Quota 97 (62 anni d'età e 35 di contribuzione) con penalizzazioni dell'8% per chi intende uscire a 62 anni; in secondo luogo una riflessione attenta sull'aggiornamento dell'indicizzazione delle pensioni a seguito della sentenza della Corte; infine, il meccanismo che andrà adottato a partite dal 2017 dopo il cosiddetto "raffreddamento" voluto dal governo Letta.

La proposta NCD al governo Renzi di riforma pensioni 2015: ultime notizie 06-06

Intanto, sulla questione della riforma pensioni 2015 arriva un nuovo ddl, a firma dell'on.

Sergio Pizzolante del NCD, che intende assegnare al governo Renzi la delega per poter introdurre un sistema di pensionamenti flessibili nel sistema previdenziale. Si tratta di una nuova versione del ddl di Saccone, tanto criticato soprattutto perché non affronta la questione dei precoci: si tratterebbe della ormai solita Quota 97 con penalità dell'8% ma senza la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e nessun requisito anagrafico, come previsto, ad esempio, dal ddl di Cesare Damiano. È tutto per quanto riguarda le ultime notizie sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi. Per ricevere aggiornamenti sulla materia previdenziale, il suggerimento è cliccare su "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.