Si potrebbe dire che il decisionismo di Matteo Renzi abbia colpito ancora: con un improvviso cambio di idea, il premier ha posto i paletti definitivi per la discussione parlamentare sulla riforma Scuola 2015. Entro martedì, infatti, si dovrebbe chiudere il confronto in Commissione e si dovrebbe andare verso la proposta di un maxiemendamento che "accolga", seppur in misura molto limitata, le istanze venute fuori dalla minoranza del PD e dal mondo della scuola.

I nodi centrali, comunque, sembra che non verranno toccati: i presidi manterranno le prerogative contenute nel ddl sulla "Buona scuola" e il piano assunzioni riguarderà soltanto le GaE. L'idea di Renzi è la seguente: porre la fiducia sul provvedimento, perché nessuno avrà il coraggio di votare contro l'assunzione di 100mila precari. I sindacati iniziano a muoversi nuovamente e, per la settimana prossima, che potrebbe essere quella decisiva, è previsto un vero e proprio assedio al parlamento con una serie di date e di appuntamenti.

La mobilitazione contro la riforma scuola 2015 Renzi-Giannini

Nella storia recente della Repubblica Italiana, raramente i sindacati si erano trovati uniti e inflessibili contro un provvedimento governativo.

Ancora una volta, contro quello che viene definito un vero e proprio "colpo di mano" da parte di Renzi sulla riforma scuola 2015 gli appuntamenti sono unitari e si tratta di tre giornate di seguito, con un vero e proprio assedio al Parlamento: l'appuntamento è per le giornate di martedì 23 giugno, mercoledì 24 giugno e giovedì 25 giugno, le giornate decisive per l'approvazione, alle ore 17,00 presso piazza delle Cinque Lune e piazza Vidoni. Il comunicato unitario di CGIL, CISL, UIL, GILDA e SNALS parla di incostituzionalità del provvedimento e di guerra di tutti contro tutti tra i precari. Secondo i sindacati, l'appuntamento è fondamentale e una protesta partecipata numericamente potrebbe influire sull'approvazione della riforma della scuola Renzi-Giannini.

Anche i Cobas hanno rilasciato un comunicato contro la riforma scuola 2015 e invitato il mondo della scuola a riempire le piazze di tutta Italia per il giorno 23 giugno: è necessario dare segnali forti al governo Renzi e al premier in persona. La questione non riguarda l'assunzione di 100mila precari: è possibile farla, anche senza l'approvazione di una riforma che distrugge la scuola pubblica, concede super poteri ai presidi, inserisce un sistema di valutazione ambiguo, gestito sempre dal dirigente, con premialità e penalizzazioni secondo una concezione aziendalistica che non dovrebbe appartenere alla scuola.

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