Da più parti ci si chiede sempre di più che fine abbia fatto il decisionismo del governo Renzi sulla questione della riforma pensioni 2015: le discussioni proseguono, ma è chiaro come i tempi si stiano dilatando sempre di più. Le ultime notizie sulla materia previdenziale parlano di due questioni soprattutto: da un lato, è stata lanciata una proposta con disegno di legge per risolvere la questione dei lavoratori ultra 55enni che hanno perso il lavoro - l'idea sarebbe quella di lanciare nuovamente il prestito previdenziale; dall'altro, Cesare Damiano è intervenuto nuovamente sulla questione della Quota 97 e della flessibilità in uscita, nonostante le severe critiche giunte dall'Europa, secondo la quale l'Italia non dovrebbe toccare la riforma Pensioni Fornero.
Prestito pensionistico e ultime news riforma pensioni Renzi per il 2015
Da parte di Renzi tutto tace, del resto il premier è alle prese con i problemi connessi alla riforma della scuola. Intanto, però, è stato depositato un nuovo disegno legge per una riforma delle pensioni per il 2015 che tenga in conto la situazione socialmente drammatica dei lavoratori senza occupazione e ultra 55enni: si tratta della proposta S.1943 presentata dai senatori PD, Carlo Dell'Aringa e Giorgio Santini. Il pacchetto di provvedimenti proposto è formato da tre misure che dovrebbero accompagnare alla pensione gli ultra 55enni senza lavoro: in primo luogo, la proroga dello sgravio contributivo per permettere una più facile ricollocazione nel mondo del lavoro; in secondo luogo, l'estensione dell'Asdi (di cui mancano comunque i decreti attuativi) dalla durata prevista di 6 mesi a quella di un anno; infine, l'ipotesi di prestito previdenziale di 5 anni, ma soltanto se ne manchino non più di 5 al raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Damiano e governo Renzi: ultime notizie riforma pensioni 2015
Cesare Damiano è tornato a parlare nuovamente di riforma pensioni 2015 e a spronare Renzi e il suo governo ad accelerare i tempi della discussione. Le priorità che bisognerebbe affrontare sono le seguenti: in primo luogo, risolvere definitivamente la questione esodati, mediante il superamento dei problemi connessi alla settima salvaguardia; in secondo luogo lanciare le proposte di flessibilità in uscita.
Damiano non è intervenuto sulle dichiarazioni della BCE che vedono nella riforma pensioni un possibile inciampo per la crescita dell'Italia e ha rilanciato le sue proposte, oramai "storiche": da un lato la Quota 97 (62 anni e 35 di contributi) con penalizzazione stabilita all'8% e dall'altro l'idea dell'uscita con 41 anni di contributi a qualsiasi età essi vengano maturati.
È stato comunque ribadito il "no" assoluto a qualsiasi ricalcolo con il sistema contributivo degli assegni già in essere.
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