Cosa succederà a settembre ? La proposta politica dell'on. Cesare Damiano, il DDL 857, è apprezzabile per criteri scelti. Con questi criteri i lavoratori Precoci potrebbero andare in pensione con 41 anni di contributi senza limiti di età. La cruda realtà, però, porta a confrontarci con le altre nazioni Europee. Sappiamo che la BCE si è detta contraria ad un adeguamento della legge Fornero e che anche la Grecia ha dovuto adeguarsi al volere della Germania.

In Spagna l'età pensionabile aumenterà dai 65 anni del 2013 ai 67 anni entro il 2027. Avranno diritto alla pensione tutti coloro che hanno compiuto i 65 anni di età con 38,5 anni di contributi. I disoccupati possono andare in pensione anticipata a 61 anni (diventeranno 63 quando la riforma sarà a regime). In Francia invece la pensione anticipata parte dai 60 anni per i nati nel 1951 per poi aumentare dal 2018 a 62 anni. In Germania, per ogni anno di pensionamento anticipato, il lavoratore perde il 3,6 % dell'assegno pensionistico. In Norvegia l’età del pensionamento è di 67 anni. Il regime di previdenza nazionale non contempla il pensionamento anticipato.

In Italia - Non c'è uniformità circa i criteri ma il dossier, messo a punto dal Servizio Studi della Camera dei deputati, fornisce un dato interessante sull'analisi della legislazione nazionale e quella di altri 30 Paesi europei. Quando nel 2050 il sistema pensionistico italiano andrà a regime, bisognerà aver compiuto 69 anni e 9 mesi di età. Una soglia che non ha eguali negli altri 30 Stati Europei. Inoltre la pensione anticipata, adeguandosi all'aspettativa di vita, aumenterà progressivamente. Diventa semplice capire che, fermo restando l'attuale situazione sul fronte occupazionale, la pensione anticipata si allineerà a quella di vecchiaia. In pratica sparirà la pensione anticipata complice il basso numero di lavoratori precoci.

Oltre ad essere un gioco economico, dare flessibilità alle Pensioni  diventa  principalmente una scelta di natura politica. I Sindacati e il Governo stanno finalmente trattando una patata bollente che potrebbe generare una piccola rivoluzione politica. I lavoratori non ci stanno e, se le loro richieste non verranno accolte, l'asse politico potrebbe spostarsi a favore di altri partiti.

Quali saranno le possibili soluzioni? Se il governo, come ha promesso, approvasse una nuova riforma delle pensioni, in considerazione delle altre realtà europee, si potrebbe allineare sulla percentuale del 3,5% per ogni anno di anticipo. Il paletto dei 62 anni di età anagrafica potrebbe essere spostato a 63 visto che per la pensione di vecchiaia ci vogliono 66 anni.

Quindi un lavoratore che volesse accedere alla pensione anticipata con 3 anni di anticipo perderebbe circa l'11 % sull'assegno. Discorso diverso per i lavoratori precoci ai quali lo Stato dovrebbe concedere la quota 41. Che si faccia qualcosa ormai è evidente ma verrà fatto un contentino o realmente si accoglieranno le richieste dei lavoratori ?