La settimana appena trascorsa non ha portato particolari novità relative alla riforma del sistema previdenziale italiano. Il cammino per arrivare ad una soluzione condivisa sembra essere ancora molto lungo. Nei giorni scorsi si è parlato, diffusamente, del cosiddetto lavoro part-time. Un emendamento presente nella riforma della Pubblica Amministrazione ha previsto che, nel caso di riduzione dell'orario di lavoro (appunto part-time), saranno i lavoratori che dovranno pagarsi i contributi mancanti fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici.
Questo per non pesare sulle casse dello Stato, in questo grave periodo di crisi economica.
Lo scorso la Ragioneria di Stato aveva bloccato la norma sul lavoro part-time
Ricordiamo che, già lo scorso anno, la Ragioneria di Stato aveva fermato l'applicazione di questo metodo, proposto dal ministro Marianna Madia. Il sistema part-time è stato pensato per favorire quel ricambio generazionale auspicato da molti, in un contesto di disoccupazione giovanile molto difficile che ha raggiunto il 45 percento. Rimangono ancora da definire i dettagli che dovrebbero portare all'approvazione del cosiddetto assegno universale per gli over 55.
Boeri ha proposto questa normativa da applicare, però, solamente a quelle persone che vivono in condizioni di disagio economico. Alcune forze politiche, Movimento 5 Stelle in primis, così come riportato sul sito investireoggi.it, vorrebbero allargare questa agevolazione a tutti, senza distinzioni.
Due circolari Inps hanno bloccato il sistema sperimentale Opzione Donna
Infine, da evidenziare che anche il metodo sperimentale Opzione Donna sembra essere bloccato con una proroga già approvata in passato al 31 dicembre 2015, ma che di fatto è stata fermata da due circolari Inps, le quali hanno interpretato in maniera restrittiva questa normativa. Vedremo, subito dopo la pausa estiva, come il governo Renzi arriverà ad una soluzione di questa problematica che ha coinvolto molte donne lavoratrici che vorrebbero usufruire dell'uscita anticipata dal lavoro al raggiungimento dei 57 anni di età (58 anni per le autonome) e 35 anni di contribuzione, con il conteggio dell'assegno previdenziale con il meno conveniente sistema contributivo.