Ci troviamo ormai a pochi giorni dalla pausa estiva e, nonostante questo, continua il dibattito su come riformare il sistema previdenziale italiano. Alcune categorie di lavoratori 'maltrattati' dalla riforma Fornero sono rimasti fuori dai pensieri del presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), Tito Boeri, il quale, nella sua presentazione delle proposte avvenuta circa un mese fa, non ha tenuto in considerazione di alcune fasce di lavoratori.

Tra queste ricordiamo quella dei cosiddetti 'Quota 96'.

I Quota 96 sono ancora al lavoro a causa di un errore presente nella legge Fornero

I circa 4mila lavoratori del comparto scuola, docenti e personale Ata, a partire dal primo settembre, torneranno di nuovo al lavoro, anche se avrebbero tutti requisiti per andare in pensione. Sia nella riforma della Scuola che in quella della Pubblica Amministrazione, non sono stati definite norme pensionistiche idonee a loro, per cercare di risolvere la loro problematica, che dura ormai da tre anni. Probabilmente, il governo Renzi non considera prioritaria questa situazione, seppure si tratti di lavoratori ancora al lavoro a causa di un errore presente nella Legge Fornero.

Boeri ha proposto tagli alle pensioni di invalidità e di reversibilità

Nel frattempo, sul frontepensionistico, la situazione appare piuttosto confusionaria. Boeri, come già accennato in precedenza e come riportato sul sito pensionioggi.it, nella sua audizione alla Camera dei Deputati dello scorso luglio, ha proposto alcune modifiche alle norme previdenziali attraverso tagli alle Pensioni di invalidità e di reversibilità e con la possibilità di dare una specie di sostegno economico alle persone che versano in condizioni di povertà, l'assegno universale per gli over 55.

Il numero uno Inps ha anche proposto una modifica per tutti quei lavoratori che hanno intenzione di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici, attraverso il ricalcolo contributivo degli assegni previdenziali. Un modo, questo, per decurtare gli stessi di almeno il 20/30 percento rispetto al conteggio con il metodo retributivo.