Sono tante le vertenze previdenziali che il governo Renzi è chiamato a risolvere al rientro dalla pausa estiva. In cima alla lista che quella che premier and co. ritengono un elenco di scartoffie da sbrigare ci sono le Pensioni 2015 con Opzione Donna, ormai vicinissime ad essere concesse. Le migliaia di lavoratrici ancora in attesa del fatidico si dovranno però attendere l’esito del meeting che si terrà il 9 settembre prossimo, quando Inps, Mef e Ragioneria si riuniranno nuovamente per dare seguito alla volontà di risolvere la vertenza già espressa nell’ultimo incontro di agosto.
‘Noi abbiamo l’obiettivo di correggere la circolare restrittiva dell'Inps ed escludiamo sia l'aspettativa di vita che la finestra mobile’ ha tuonato il presidente Damiano nei giorni scorsi, un pensiero il suo che va nella medesima direzione intrapresa dal ministro Poletti. Tutti d’accordo quindi? Neanche per sogno. C’è ancora il Mef da convincere: ‘Per poter dotare di coperture il 2015, il Mef pretende un provvedimento su cui si potrebbe intervenire velocemente in sede legislativa nelle due Commissioni di Camera e Senato, che su questo problema avevano approvato due risoluzioni identiche. Ci sarà quindi un altro incontro a settembre per provare finalmente a trovare una soluzione a questa problematica’ ha dichiarato al riguardo Simonetta Rubinato, membro PD ed esponente della Commissione Lavoro.
La domanda da doversi porre in realtà è molto semplice: può il MEF andare contro la volontà espressa dal Parlamento che con la legge su Opzione Donna ha chiaramente stabilito una durata valida sino al 31 dicembre 2015? Noi pensiamo di no.
Ultime news pensioni 2015 con Opzione Donna: Damiano e Poletti d’accordo, lo scontro viaggia su Twitter
‘La questione è stata calendarizzata per il 9 settembre in cui la Commissione Lavoro incontrerà per la terza volta Mef, Ministro del Lavoro, Inps e Ragioneria dello Stato per la definitiva soluzione dell'erronea interpretazione delle circolari 35 e 37 dell'Inps eliminando così sia l'aspettativa di vita che la finestra Sacconi per la maturazione del diritto - ha precisato l’On.
e membro della Commissione Lavoro Pubblico e Privato Roberto Simonetti parlando della questione connessa alle pensioni 2015 con Opzione Donna - Se il ministero dell'economia farà storie sarà mia premura produrre degli emendamenti per trovare le coperture idonee o far calendarizzare la nostra legge’. Damiano dice si, Poletti dice si, persino Boeri (numero uno dell’INPS) dice si. Perché MEF e Ragioneria dovrebbero dire no? Il problema delle coperture economiche, come ci ricorda sempre la Rubinato, è falso. Non esiste: ‘Secondo Il Ministero del Lavoro le risorse stanziate nel 2008 ammontano complessivamente a 1 miliardo 684 milioni di euro, dei quali sono stati spesi, fino a tutto il 2014, soltanto 708 milioni.
Avanzano quindi 976 milioni, vale a dire il 58 per cento dello stanziamento totale’. A sottolineare come il MEF non possa far altro che adeguarsi non siamo noi ma è lo stesso On. Rubinato, che rispondendo su Twitter ad Orietta Armiliato, uno dei dirigenti del Comitato Opzione Donna, ha precisato come la battaglia in corso ‘poggi sulla volontà del Parlamento espressa in legge’. ‘Il Mef - conclude dunque il membro PD nel suo tweet - deve adeguarsi’. Anche Walter Rizzetto della Commissione Lavoro si è affidato al social network dei cinguettii per sottolineare, sempre in risposta ad Armiliato, che ‘andare in pensione è un diritto che esula dall’aspettativa di vita’, requisito che non può e non deve essere fatto rientrare in Opzione Donna. Insomma sono tutti d’accordo, ma poco importa. Importa solo quello che dice la legge. E il Mef non può riscriverla.