‘In legge di Stabilità va risolto il problema della flessibilità in uscita’: l'imperativo chiave arriva dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che a margine di una settimana che potrebbe rivelarsi decisiva per il riassetto del sistema previdenziale ha inteso chiarire alcuni punti ritenuti fondamentali. Da Damiano arriva dunque un no secco all’idea di una riforma che non preveda esborsi per le casse statali - come vorrebbero invece Renzi e Boeri-, una presa di posizione forte che non ricalca altro se non quanto l’ex ministro va ormai ripetendo da mesi.
Le ultime news su pensioni e prepensionamento aggiornate ad oggi 3 settembre si rifanno però anche alle parole dell’ex ministro del lavoro Elsa Fornero, che per la prima volta a distanza di diversi anni ha ribadito la necessità di intervenire sulla legge che reca il proprio nome escludendo però interventi invasivi ‘che vanno evitati perché l’Italia resta in una situazione difficile’. Di segno opposto il pensiero del sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, che ha invece rilanciato la possibilità di introdurre il metodo di calcolo contributivo.
Novità pensioni e prepensionamento oggi 3 settembre, Damiano e Fornero: si attende il meeting di giorno 9 settembre, Renzi osserva e aspetta
Il presidente Damiano ha ribadito il proprio pensiero anche 48 ore fa nel corso della trasmissione di La 7 condotta da Flavia Fratello. Pur ribadendo la validità del decreto che lo vede come primo firmatario, il membro PD ha sottolineato come si possa trovare un compromesso che possa accontentare stato e cittadini. Una formula insomma che non risulti per così dire ‘lacrime e sangue’ né per lo stato (sempre più trasformato in azienda) né per i lavoratori. Più sfumato, come già accennato, il pensiero della Fornero, per la quale ‘si può recuperare un po’ di flessibilità’ il cui costo ricada però in parte sulle spalle del lavoratore.
‘Si potrebbe pensare ad una spesa per il singolo lavoratore del 3,5% l’anno, bisogna restare concentrati e calmi perché la nostra situazione non consente ancora interventi invasivi’ ha concluso l’ex responsabile del Welfare del governo Monti. Le ultime news su pensioni e prepensionamento aggiornate ad oggi 3 settembre si rifanno però anche alla ripresa dei lavori parlamentari, con la Commissione Lavoro che si riunirà il prossimo 9 settembre: l’impressione corrente è che il nodo della questione stia tutto nelle decurtazioni sugli emolumenti previdenziali che spetteranno ai futuri pensionandi. Trovare un equilibrio certo non sarà semplice, specie considerando le continue pressioni esercitate dall’UE e ‘ben recepite’ dal duo Padoan-Renzi, che più volte hanno sottolineato l’esigenza di rimanere nei paletti imposti da Bruxelles.
A guidare le fila del processo di riforma dietro le quinte sarà dunque il premier Renzi ben coadiuvato da Tito Boeri, non a caso ribattezzato il ministro ‘ombra’ di questo esecutivo. Il noto economista continua a puntare sul metodo contributivo, una misura che scontenta quasi tutti ma che trova anche delle voci concordi: ‘Soprattutto dopo la sentenza della Corte Costituzionale non possono essere chiesti altri sacrifici ai lavoratori - ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti - La flessibilità in uscita è una buona cosa a patto però che non pesi sul sistema fiscale complessivo […] Chi vuole andare in pensione deve poterlo fare ma deve anche prendersi le proprie responsabilità accettando un ricalcolo della pensione col contributivo’.
L’idea di fondo dunque è che il lavoratore percepisca quanto versato, niente di più, niente di meno: a questo punto vorremmo coinvolgervi nella nostra analisi chiedendovi se secondo voi l’idea di un sistema previdenziale che si ‘autofinanzi’ potrebbe essere quella giusta. Ritenete congruo che chi abbandona l’impiego riceva solo quanto versato in contributi o la ritenete una misura inattuabile? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto!