Proseguono le discussioni sul tema Pensioni lavoratori precoci sia tra opinione pubblica che politica. Le ultime dichiarazioni rincuoranti giungono da Cesare Damiano che assicura che in LDS verrà affrontato il tema della flessibilità in uscita e dunque anche il Ddl 857 che comprende la Quota 41, e quelle di Vera Lamonica che sostiene fermamente serva porre "un tetto contributivo a 41 anni". Entrambe le dichiarazioni si aggiungo a quelle del recente passato in cui Rizzetto aveva affermato "sì a quota 41 al netto dell'età", la Camusso "41 anni di contributi sono già abbastanza per andare in pensione", Salvini "dopo 40 anni andare in pensione non è un privilegio".

Molti dunque i sostenitori di misure ad hoc per i precoci, che pur essendo anagraficamente ancora 'giovani', hanno in realtà alle spalle già 40/41 anni di contributi versati e reclamano, con forza, il diritto alla pensione senza penalizzazione alcuna.

Ultime novità al 29/9 pensioni precoci, Damiano e Lamonica: sì a confronto vero sulla flessibilità in uscita

La Cgil chiede al Governo un incontro con le parti sociali visto che Padoan, nel corso dell'audizione del 24/9 davanti a Camera e Senato, ha parlato di innalzamento dell'età pensionabile ancorato al meccanismo dell'aspettativa di vita. Per Lamonica andare in tale direzione è insostenibile, specie per i lavoratori precoci e coloro che svolgono mansioni usuranti che continuano ad inseguire la pensione.

Per loro sarebbe necessario agire con misure ad hoc, visto che spesso il Governo si è pronunciato a favore dei meccanismi di flessibilità in uscita. Non si capisce perché allora, dice Lamonica, "un tavolo non si apra davvero fuori dagli slogan e dalle semplificazioni". Tante le questioni di cui parlare in LDS al fine di risolvere da un lato le questioni opzione donna ed esodati, e dall'altro concedere misure a favore di una flessibilità in uscita non troppo penalizzante. Per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare giovanissimi occorrerebbe poi porre, sostiene la segretaria confederale della Cgil, "un tetto contributivo che non dovrebbe oltrepassare i 41 anni".  Cesare Damiano, dal canto suo, torna a spronare il Governo, che dovrà analizzare nella prossima LDS tre provvedimenti urgenti (esodati, opzione donne e flessibilità), affinché consideri seriamente il Ddl 857.

Che consentirebbe l'uscita a 62 anni +35 di contributi con una decurtazione massima dell' 8% e la concessione della Quota 41 senza limiti anagrafici per coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età. Il Governo terrà conto di queste considerazioni e concederà la quota 41 o i precoci andranno incontro a penalizzazioni come gli altri lavoratori?