Il tema della riforma Pensioni è al centro dei dibattiti quotidiani sia pubblici che privati, tra chi loda la riforma Fornero (Zanetti, Monti, Ferrara, Padoan) e chi vorrebbe abolirla del tutto (Fedriga, Salvini), esiste chi vorrebbe quantomeno vederla 'ritoccata' sensibilmente come l'onorevole Cesare Damiano. Il presidente della Commissione Lavoro col suo Ddl 857 avrebbe permesso, infatti, da un lato l'uscita anticipata a partire dai 62 anni d'età con penalizzazioni massime del 2% per ogni anno d'anticipo e dall'altro la risoluzione del 'dramma' dei lavoratori precoci che avrebbero potuto, grazie alla Quota 41, accedere alla quiescenza senza penalità ancorate all'età anagrafica.

Purtroppo però, nonostante anche i sindacati si siano detti favorevoli a cercare risoluzioni ad hoc per quanti abbiano già lavorato 40 anni, periodo considerato "più che sufficiente per accedere alla pensione" dalla stessa Camusso, all'orizzonte non pare esserci la volontà del Governo di concedere la Quota 41. Anzi come ha detto lo stesso Rizzetto, intervenendo 'basito' a seguito delle dichiarazioni del Ministro dell’Economia pronunciate in audizione davanti alle Commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, alcune categorie "sembrano essere completamente scomparse". L'onorevole cita appunto la Quota 41, la Quota 96 e le quindicenni. Nessuna speranza, dunque, per i precoci che restano 'lavoratori invisibili' agli occhi dell'esecutivo?

Novità riforma pensioni precoci al 24/9: unica via la penalizzazione?

I lavoratori precoci sembrano ormai essere divenuti 'invisibili' per l'esecutivo Renzi, la proposta di Damiano insita nel Ddl 857 che comprendeva anche la Quota 41 sembra essere ormai stata accantonata perché troppo onerosa per le casse Statali. Il dubbio pare confermato dallo stesso Walter Rizzetto che in contrasto con la 'finta apertura alla flessibilità di  Padoan e Poletti' accusa il Governo di "volersela cavare con la concessione di una flessibilità piuttosto pesante, altro che penalità del 2% proposta da Damiano-Baretta"; inoltre l'onorevole precisa "la flessibilità proposta dal Governo risulterà inaccettabile dai pensionandi perché troppo penalizzante" in termini di taglio sull'assegno.

Il vice presidente della Commissione Lavoro ha cercato oggi di far riemergere dall'ombra alcune categorie di soggetti che sembrano essere state dimenticate dall'esecutivo: "Non sento più parlare di Quota 41, Quota 96 e quindicenni, che fine hanno fatto queste categorie di lavoratori?".

Gli stessi precoci, che hanno portato la protesta dal web alla piazza per ormai tre volte -manifestazione del 15/9, del 22/9 e quella in atto oggi 24/9- sperano ancora che vinca la lungimiranza politica e che si possa concedere la Quota 41. La misura non solo permetterebbe loro di accedere alla quiescenza e alla meritata vecchiaia dopo una vita di contributi versati, ma garantirebbe anche quel sano turnover generazionale necessario a consentire ai giovani di 'fare capolino' nel mercato del lavoro.

Come finirà in Legge di Stabilità? I precoci saranno costretti, qualora volessero accedere anticipatamente alla pensione, ad accontentarsi di un assegno più magro o qualcuno, prima o poi, si renderà conto che i lavoratori non chiedono 'uno sconto' ma semplicemente il diritto alla pensione dopo aver versato 40/41 anni di contributi?