"Siamo pronti a confrontarci con il Governo sulla nostra proposta che consente di trovare le soluzioni di equilibrio contabile nel medio e lungo periodo": a ribadirlo è il Presidente della Commissione lavoro ala Camera Cesare Damiano, spiegando che il nodo della flessibilità pensionistica non può esaurirsi con le salvaguardie previste dai tecnici all'interno della legge di stabilità 2016.
"Accanto a questo tema" spiega l'esponente della minoranza Dem riferendosi alle misure in corso di realizzazione, "resta l'ineludibile questione della flessibilità in uscita, che il Governo ha spostato al prossimo anno". Un fronte verso il quale l'ex Ministro del lavoro si è impegnato in prima persona attraverso la proposta di due meccanismi di uscita dal lavoro in grado di bypassare la rigidità della riforma Fornero.
Riforma pensioni 2016, resta il nodo dei lavoratori precoci e dei disoccupati in età avanzata
Stante la situazione, al momento l'unica soluzione di flessibilità presente all'interno della manovra riguarda l'opzione del part time agevolato: una misura che però permette un ingresso graduale nell'Inps e sconta il fatto di poter essere utilizzata solo da chi ha ancora un lavoro.
Resterebbero quindi completamente esclusi i disoccupati in età avanzata che non hanno accesso al fondo esodati e coloro che si trovano penalizzati dalla barriera dell'età anagrafica a 66 - 67 anni prevista dalla legge Fornero. Per questi soggetti, l'On. Damiano proponeva l'istituzione della quota 97 con l'uscita a 62 anni di età più 35 anni di versamenti. La misura sarebbe a costo zero per le casse pubbliche perché finanziata da una penalizzazione del 2% annuo con un tetto massimo dell'8%. Per i lavoratori precoci dalla Commissione lavoro è invece partita la proposta di un meccanismo di uscita con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall'età anagrafica raggiunta. I due provvedimenti sono per altro richiesti a gran voce dai pensionandi, sebbene l'impostazione iniziale della Manovra sembra voler escludere l'avvio di un provvedimento di flessibilità strutturale all'interno dei lavori parlamentari di fine anno.
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