Le ultime notizie sul concorso scuola 2016 provengono direttamente dal Miur e le indicazioni hanno già suscitato diverse polemiche. Innanzitutto, si parla già di ricorsi, anche se i bandi non sono stati ancora emanati, per quanto riguarda gli esclusi dalla partecipazione, e cioè i docenti non-abilitati: l’Anief promette battaglia. In secondo luogo, a tenere banco è anche la questione della distribuzione dei posti e il fatto che manchi del tutto la dizione ‘potenziamento’: semplificando al massimo, quale sarà il destino di coloro che, fortunati, riusciranno a vincere il concorso Scuola 2016?

Chi deciderà del loro futuro di insegnanti?

La questione del ‘potenziamento’ nel concorso scuola 2016

Il Miur ha diffuso una serie di slide all’interno delle quali sono spiegate le modalità e le procedure del prossimo concorso scuola. La conferma più importante è giunta intorno al numero dei posti disponibili che sarà di 63.712 (suddivisi tra infanzia, primaria, secondaria di I e II grado). I conti, comunque, non tornano: il DPCM emanato il 23 dicembre 2015 aveva autorizzato un’organizzazione differente dei posti, si era parlato infatti di circa 5mila da convogliare nell’organico di potenziamento.

Le polemiche erano sorte immediatamente perché sembrava poco chiaro quale poteva essere il bando di un concorso specifico per questa categoria (che ha mostrato già i suoi limiti strutturali) e soprattutto ci si chiedeva quale fosse la distinzione giuridica nel ruolo su classe comune o nell’organico di potenziamento. Il Miur ha deciso, dunque, di far letteralmente sparire la dizione ‘potenziamento’ per cui si concorrerà tutti per l’immissione in ruolo nella propria classe di concorso.   

Il ruolo del preside nella scelta dei docenti: focus sul concorso scuola 2016

Il fatto che sia scomparso il ‘potenziamento’ dalle indicazioni del Miur sul concorso scuola complica ancor di più la situazione: se le cose dovessero restare così, sarà, con ogni probabilità, il preside-manager a decidere quale sarà il futuro e il destino del docente vincitore di concorso.

Non solo, dunque, con la riforma degli ambiti territoriali e della chiamata diretta, l’insegnante dovrà attendere appunto di essere chiamato dal preside, ma non avrà neanche la certezza di andare a svolgere il proprio ruolo su classe comune o nell’organico di potenziamento. Sul tema degli ambiti territoriali e della chiamata diretta, hanno fatto sentire la propria voce i sindacati soprattutto per quanto riguarda la mobilità straordinaria del 2016/2017: sono, però, in molti a chiedere un chiarimento anche per quanto riguarda il destino di coloro che vinceranno il concorso scuola. Per approfondimenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.