Sul sito dell'Inps, all'estratto dedicato al Coordinamento Generale Statistico Attuariale alla pagina 29, è possibile reperire i dati relativi alla mobilità. In questi 4 anni i lavoratori in mobilità sono stati circa 700.000. Perdere il lavoro dopo i 50 anni in Italia è una vera tragedia sociale. Chi è stato licenziato dopo i 50 anni difficilmente riesce a trovare una occupazione perché le aziende preferiscono assumere elementi più giovani che possono garantire una presenza assidua al lavoro.

Ma questi lavoratori che perdono il lavoro, purtroppo, non sono pronti per la pensione per la mancanza di contributi ed età anagrafica per raggiungere il traguardo. Per questo motivo i lavoratori che si trovano in questa condizione, dopo aver usufruito degli ammortizzatori sociali, sono costretti loro malgrado a dover effettuare versamenti volontari per raggiungere il numero sufficiente di contributi per la pensione.

Cosa devono fare i lavoratori

Quindi oltre al mancato reddito garantito da un lavoro stabile i lavoratori devono pure mettere mano al portafogli per compensare la mancanza di contributi.

Il DDL 857 proposto dall'on. Cesare Damiano potrebbe superare questo scoglio perché la flessibilità pensionistica ha lo scopo di mandare in quiescenza i lavoratori all'età di 62 anni con una decurtazione sull'assegno pari al massimo all'8%. Di questo avviso è anche il presidente dell'INPS Tito Boeri che, anche con tagli diversi, propone anch'egli la stessa cosa. Quando il governo parla di occupazione e di posti di lavoro non tiene conto che sono tanti i lavoratori che si trovano tra i 55 e 62 anni senza avere più una occupazione stabile. Eppure i mobilitati sono tanti e il governo dovrebbe avere a cuore le sorti di questi lavoratori.

Uno di questi, Edoardo Babuscio, ha chiesto aiuto inviando una mail che riportiamo integralmente: " Ho rilevato dai dati ufficiali del Report Inps che ti allego del mese di gennaio 2016  del Coordinamento Generale Statistico Attuariale che le persone in tutta Italia attualmente in Mobilità sono pari a 694.887 e che a partire da questo anno e per gli anni 2017 - 2018 - 2019 diventeranno futuri disoccupati senza stipendio, senza pensione per la Legge Fornero e senza Ammortizzatori Sociali sempre per la Fornero con un'età anagrafica avanzata dai 55 anni fino ai 62 anni e con un notevole carico di contributi previdenziali a partire dai 35 anni fino ai 42 anni.

Queste persone in base alla loro anzianità anagrafica difficilmente potranno trovare un'altra occupazione e sono costrette anche a mantenere i figli disoccupati con una misera indennità di 900 euro mensili e inoltre i lavoratori licenziati (Mobilitati) saranno praticamente obbligati a dover versare i contributi previdenziali per non perdere la pensione." Il sig Babuscio chiede di essere ascoltato e si rivolge agli organi di stampa e alle TV che trattano del problema.