Anticipare la pensione dopo la mancata riforma del sistema previdenziale italiano, per i lavoratori resta un sogno irrealizzabile. Non per tutti però, perché esiste una deroga alla Legge Fornero -quella che ha pesantemente inasprito i requisiti per accedere alla pensione - che consente di anticipare l’uscita dal lavoro. La pensione di cui parliamo è quella di vecchiaia, che la normativa attuale ha spostato in avanti a 66 anni e 7 mesi.

Con l'applicazione della deroga invece si potrebbe anticipare l’uscita di 2 anni. Vediamo dunque nei dettagli chi sono i soggetti interessati ed i requisiti necessari.

Chi può accedere nel 2016?

L'uscita concessa con questa opzione è a 64 anni e 7 mesi ed interessa i lavoratori nati tra giugno 1951 e maggio 1952. Per coloro nati successivamente, potrebbero uscire nel 2017, a meno che nel frattempo non si intervenga con nuove leggi e con una riforma previdenziale che attualmente è solo un miraggio. Naturalmente, non basta l'aver raggiunto il requisito anagrafico, ma l'opzione prevede anche altri vincoli.

L'anno importante per valutare se si rientra tra i possibili beneficiari dello sconto sull'uscita è il 2012, l'anno a partire dal quale,sul sistema previdenziale italiano ha iniziato ad impattare la Legge Fornero. La differenza con le altre deroghe agli inasprimenti della Legge Fornero, come la Deroga Amato, tanto per citarne una, sta nel fatto che questa è stata espressamente inserita nella riforma del Governo Monti per salvaguardare chi era ormai ad un passo dalla pensione con le vecchie regole.

Requisiti di accesso

Abbiamo sottolineato il 2012 come anno di riferimento per i requisiti. In sintesi, tutti i lavoratori che al 31 dicembre 2012 avevano raggiunto la famosa quota 96, cioè 60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni di età e 35 di contributi, potrebbero anticipare l’uscita a 64 anni e 7 mesi. Come dicevamo, non basta il requisito contributivo ed anagrafico, ma serve dell’altro.

Infatti, allo stesso tempo è necessario che al 28 dicembre del 2011, questi lavoratori si dovevano trovare in continuità lavorativa, cioè dovevano risultare impiegati e quindi non disoccupati o inoccupati. Questa opzione non vale per i lavoratori del Pubblico Impiego e per gli autonomi. Coloro che a quella data avevano il contratto di lavoro sospeso, come per esempio la cassa integrazione, rientrano tra i possibili beneficiari. Dicevamo che i lavoratori autonomi non possono uscire in anticipo a meno che, al 28 dicembre 2011, avessero un contratto di lavoro subordinato, cioè che siano diventati autonomi prima o dopo . In altri termini, serve che al 28 dicembre 2011, il lavoratore abbia lo status di dipendente del settore privato.

Per le donne il vantaggio è ancora maggiore perché l’età necessaria scende a 60 anni e 7 mesi e l’anzianità contributiva a soli 20 anni. Bisogna sapere anche che per questa uscita anticipata valgono le frazioni di anno e quindi sono state confermate le quote. La decorrenza invece non prevede più come originariamente era stabilito, le finestre mobili. Pertanto, il lavoratore andrà in pensione dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui ha raggiunto i requisiti necessari.