Il 2 aprile i sindacati in maniera unitaria hanno indetto una manifestazione nazionale sul tema caldo delle Pensioni. La manifestazione che sarà di carattere territoriale, visto che proporrà eventi e presidi in tutte le regioni d’Italia, abbraccia tutte le problematiche previdenziali oggi in discussione, senza esclusione. Si cercherà quindi di persuadere il Governo ad azionare la macchina legislativa che deve cambiare la Legge Fornero e risolvere molte problematiche della nostra previdenza.

Vediamo quindi punto per punto cosa chiedono i sindacati e se le proposte sono fattibili.

Pensionamento flessibile e pensioni future

Il primo obbiettivo è quello di inserire la flessibilità in uscita, quel provvedimento che consentirebbe ai lavoratori di scegliere quando andare in pensione. Si spinge per consentire l’uscita a partire dai 62 anni, quindi appoggiando più o meno la proposta Damiano, accettando anche le penalità ma non quelle che nascerebbero applicando il calcolo contributivo alle pensioni. Naturalmente le penalizzazioni devono essere calmierate, non come opzione donna che toglie più di un quarto della pensione alle pensionate in anticipo e neanche come stabilisce Boeri con la sua proposta, con penalizzazioni vicine al 10%.

Bisogna mettere in piedi un provvedimento che tenga conto delle diverse tipologie di lavoratori, consentendo un meccanismo che combini età del lavoratore e contributi versati. Superare il sistema contributivo, anche alla luce delle condizioni di lavoro di oggi è necessario per consentire ai giovani di oggi, di avere una pensione futura dignitosa. Infatti, rendere strutturale il sistema contributivo, per giovani che lavorano in maniera saltuaria o in maniera precaria, sarebbe altamente penalizzante in previsione dei futuri assegni pensionistici.

Esodati, precoci e tutti gli altri problemi previdenziali

Quota 41, cioè permettere a coloro che hanno iniziato a lavorare presto (i precoci) e che raggiungono questa soglia di anzianità contributiva, deve essere un intervento obbligatorio della riforma.

Uscire con 41 anni di contributi e senza badare all’età anagrafica, questo il punto e questa la condizione della richiesta dei sindacati. Si chiederà al Governo di completare le opere di bonifica già avviate ma non ancora concluse su alcune problematiche che l’attuale sistema ha lasciato in essere per alcune tipologie di lavoratori. Necessaria quindi l’ottava salvaguardia, cioè mettere la pietra tombale sulla ormai annosa questione degli esodati, con un occhio di riguardo a coloro che si trovano e si trovavano nella condizione di dover assistere un familiare invalido, che non deve essere necessariamente un figlio. Su questi casi, necessario intervenire potenziando l’istituto della contribuzione figurativa, per non discriminare i soggetti, soprattutto donne, che durante la vita lavorativa devono assentarsi dal lavoro per prestare cure ai familiari.

Ultimo punto è l’allargamento della platea dei lavori usuranti che oggi, lasciano fuori troppe attività che oggettivamente sono pesanti. La fattibilità di tutte queste idee è sicuramente problematica, con le casse dello stato carenti dal punto di vista delle coperture, con la UE contraria e soprattutto con i vincoli di bilancio che proprio la Comunità Europea ci applica. La manifestazione cade a pochi giorni dalla presentazione del DEF da parte del Governo (il 10 aprile). Quel giorno, in base alle previsioni di spesa inserite nel Documento di Economia e Finanza per il capitolo pensioni, forse si avrà un quadro più chiaro di cosa ci si dovrebbe aspettare.