In Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati in settimana hanno cominciato a lavorare su una proposta di Legge che potrebbe consentire ad alcuni lavoratori di anticipare la pensione. Si tratta di un DDL che vorrebbe includere tra i lavori considerati usuranti, anche i lavori edili ed in altezza, quindi su impalcature, ponteggi e carrelli sospesi. Nelle prossime settimane la proposta continuerà il suo tragitto parlamentare e considerando la tipologia delle attività che si vorrebbero considerare particolarmente pesanti, non è arduo credere che potrebbe essere fattibile.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Lavori in edilizia ed in altezza
Come sappiamo, un istituto in attività oggi è la pensione anticipata per i lavori usuranti e notturni. Si tratta di una uscita anticipata dal lavoro per tutti coloro che svolgono attività particolarmente pesanti dal punto di vista fisico, tali da non consentire il loro normale svolgimento quando l’età del lavoratore inizia ad aumentare. Lavori in cave, miniere, in catene di montaggio con mansioni ripetute e costanti o con continua esposizione ad alte temperature, sono tra le attività che l’INPS considera usuranti. Anche chi lavora sempre, o per gran parte dell’anno nelle ore che vanno tra le 24:00 e le 05:00 del mattino, viene considerato soggetto meritevole di anticipare la pensione.
Sul portale ufficiale dell’INPS è presente l’elenco di tutte le attività che vengono considerate usuranti e di tutte le tipologie di lavoro che possono rientrare tra quelle notturne. A tutti gli impegnati in queste tipologie di attività, l’INPS concede la possibilità di uscire con il sistema delle quote a 61 anni e 7 mesi di età, con 36 anni di contribuzione versata oppure a 62 anni e 7 mesi con 35 anni di versamenti.
Il disegno di Legge che il Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano e l’Onorevole Gnecchi hanno presentato ed a cui stanno lavorando, mira ad estendere questi benefici anche ai lavoratori in edilizia ed a quelli che lavorano in altezza. A vedere bene non si può non considerare anche queste tipologie di lavoro come particolarmente pesanti.
Problemi di risorse?
Come ogni provvedimento relativo al capitolo previdenziale, il limite alla fattibilità è sempre e solo quello delle risorse da trovare. Per il capitolo lavori faticosi e notturni, nel 2007, una Legge istituì il fondo per i lavori usuranti e sarebbe proprio da lì che si attingerebbero le risorse per finanziare l’allargamento di platea. La sicurezza di questo è data dal fatto che spesso, i Governi hanno attinto a questo fondo per finanziare altre urgenze amministrative, segno indelebile che le risorse per altri lavori usuranti e per altre Pensioni anticipate a loro annesse, sono già disponibili. Inoltre, come succederà per opzione donna, anche per queste pensioni anticipate si utilizzerebbe il meccanismo del monitoraggio.
In parole povere, ogni 30 settembre, l’INPS dovrebbe comunicare quanti lavoratori sono interessati all’uscita e quante risorse sono state consumate. I risparmi, cioè quello che rimane del fondo saranno destinati ad interventi analoghi ed a concedere l’uscita in anticipo ad altri lavoratori.