Visto le polemiche nate sui social a seguito del decreto approvato dal Ministro Poletti che ha dato il via libera al part time agevolato, abbiamo deciso di intervistare Roberto Occhiodoro, uno degli amministratori del gruppo facebook 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'. Ai lavoratori precoci proprio non è piaciuta questa mossa da parte del Governo, nulla c'entra, dicono, con le loro richieste di quota 41 e come dice Damiano, nulla c'entra con la flessibilità in uscita.

Riforma pensioni  e precoci: la soluzione di Poletti non serve a nulla

- Il Ministro Poletti ha firmato il decreto che darà il via alla norma introdotta in Legge di stabilità 2016 relativa al Part time Agevolato, i lavoratori precoci cosa ne pensano di questa misura?

La soluzione Poletti che fa riferimento alla legge di stabilità del 2016 non serve praticamente a nulla perchè a) non manda in pensione ma fa continuare a lavorare e per di più con salario ridotto del 35% b) riguarda solo i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato, quindi esclude i lavoratori pubblici, gli autonomi, i privati con contratti a tempo c) facciamo due conti e ci accorgiamo che la platea di interessati, oltre ad avere uno stipendio molto alto devono ad oggi avere almeno 64 anni.

Non è certamente questa la strada. 

Part time agevolato avrà lo stesso 'successo' del Tfr in busta paga

-Per Damiano la misura di Poletti nulla c'entra con la flessibilità in uscita e non verrà utilizzata da molti lavoratori, inoltre non servirà per 'svecchiare' le fabbriche, vi trovate in sintonia o meno con queste affermazioni?

Per quanto detto poc'anzi, a nostro avviso, tale decreto non servirà a nulla. E' come il Tfr in busta paga: non lo utilizzerà praticamente nessuno. Quindi possiamo dire che il governo ha messo una pezza calda ad un problema estremamente più grande e quindi non ha risolto e nemmeno affrontato il problema.

Continueremo dunque a manifestare affinché venga approvato il Ddl 857 di Damiano e la Quota 41. 

Abolire l'aspettativa di vita, dopo 41 anni tutti i lavori sono usuranti

- Baruffi e Titti Di Salvo affrontano il tema dell'aspettativa di vita facendo presente che sarebbe doveroso tenere in considerazione il mestiere svolto e fare delel differenziazioni in base alla durezza del lavoro. Ritenete che l'asepttativa di vita rivista così potrebbe tornare utile anche ai precoci, che spesso ne hanno richiesto l'abolizione, o rimanete sulla vostra posizione?

Noi precoci continueremo a chiedere l'abolizione del meccanismo dell'aspettativa di vita perché, a nostro avviso, come è oggi strutturato serve solo a far fare cassa allo Stato sulle spalle dei soliti noti.

Riteniamo che dopo 41 anni la maggior parte dei lavori divengano usuranti e tutti incidano notevolmente sull'aspettativa di vita, e fuori dubbio poi che vi sia una differenza abissale, ad esempio, tra un notaio ed un infermiere. Quindi la classificazione di lavori usuranti deve essere rivista assolutamente.