Prosegue il dibattito sulla riforma pensioni e sulla prossima manifestazione del 19 maggio a Roma, molte anche le donne che presenzieranno in piazza per rivendicare i propri diritti. Le lavoratrici chiedono al Governo di vigilare sul 'contatore' e di 'blindare' i risparmi derivanti al fine di consentire anche alle nate nell'ultimo trimestre 57-58 di poter accedere alla quiescenza attraverso il regime sperimentale Maroni 243/2004.
Le iscritte al gruppo 'opzione donna proroga al 2018', che sempre più spesso vengono invitate anche in Tv nelle trasmissioni che si occupano di pensioni, richiedono invece opzione donna divenga una misura strutturale. Ma come ben si sa l'opzione donna è una scelta che costa cara alle lavoratrici che si apprestano ad andare in pensione unicamente con un assegno calcolato su base contributiva, per questa ragione talune fanno intendere che 'non è tutto ora ciò che luccica'. Riportiamo ad esempio il post di Daniela Buongiorno, una lavoratrice iscritta al gruppo opzione donna proroga al 2018, che ha espresso un suo parere molto duro nei confronti della legge 243/2004 e del Governo.
Opzione donna? una rapina legalizzata
"Speriamo che succeda qualcosa e che finiamo di essere ostaggi sul lavoro", scrive Daniela Buongiorno in un lungo post su Facebook riferendosi alla prossima Legge di Stabilità. "Oltre all'opzione donna, che comunque rimane una rapina legalizzata, va proprio cambiato tutto", asserisce 'piccata' la lavoratrice. Il riferimento è ovviamente alla famigerata Riforma Fornero, che molti lavoratori vorrebbero vedere abolita. "Dopo 30/35 anni di contribuzione, con quello che paghiamo tutti i mesi, potremmo andare in pensione tranquillamente e con un assegno molto vicino all'ultimo stipendio! E anche vivere fino ad oltre i 90 anni, usando solo i nostri contributi", prosegue 'stizzita' la signora Daniela.
"Mi fa molto arrabbiare quando sento che sono i giovani a pagarci le pensioni!
Ma i nostri contributi li hanno amministrati con il buon senso del buon padre di famiglia (come dice la Costituzione) o, come sembra, se li sono giocati in derivati e titoli tossici?" La lavoratrice non tollera il sentir continuamente dire che agire sulla riforma pensioni, per consentire un'uscita anticipata ai lavoratori più anziani, potrebbe inficiare negativamente sul sistema che diverrebbe poco sostenibile per i giovani, che potrebbero, dunque, rimanere senza pensioni, dovendo pagare le 'gentili concessioni' di oggi. La pensione, dice concludendo il post Daniela Buongiorno, "ce la siamo pagata e a caro prezzo, sia dal punto di vista finanziario che dai sacrifici che abbiamo fatto per tutta una vita, tutti quanti ma le donne di più!".
La malattia, denuncia la lavoratrice, "non viene contata nell'opzione donna, ho letto, e poi hanno cambiato le regole in un modo che è pari ad una vera propria violenza".
Cosa ne pensate dello sfogo di questa lavoratrice? Concordate o la pensate in modo diverso? Fatecelo sapere lasciando un commento sotto l'articolo.