Con la fine dell’anno scolastico, i voti ormai sono irrimediabilmente scritti e così le loro conseguenze. Debiti e bocciature sono in agguato per una buona fetta degli studenti, così come il conto salato delle lezioni private per i rispettivi genitori che per porre rimedio alla svogliatezza o alle difficoltà dei figli sono costretti a rivolgersi a professori privati. Ma tra professori in pensione, laureati che non sono mai entrati nella Scuola e professori ordinari ben disposti ad arrotondare (sia durante l’anno scolastico che durante le vacanze estive) il business delle lezioni private risulta quanto mai redditizio: è il resoconto di un’indagine effettuata dalla fondazione Einaudi che ha stimato questa pratica non regolamentata avere un giro d’affari che si aggira attorno al miliardo di euro.
Lezioni private: a nero e fra alunni dello stesso istituto
Nessuna ricevuta e introiti a nero: secondo il rapporto almeno il 90% degli intervistati dichiara di aver sempre operato al riparo dalla legge e soprattutto dal fisco. A renderlo possibile la poca trasparenza ma soprattutto il meccanismo attraverso il quale questo fenomeno si alimenta: il passaparola, (modalità con cui circa il 70% dei genitori recluta il professore privato). Spesso poi ciò avviene all’interno dello stesso istituto, dove un professore di una sezione si ritrova a insegnare privatamente agli studenti di un'altra e viceversa, in un presumibile scambio di favori che si configura come un vero e proprio reato.
Se la scuola torna ad essere “di classe”
Venuto a conoscenza del fenomeno (ma soprattutto delle cifre) il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado, ricorda quando proprio per evitare discriminazioni legate al reddito, nel ’95 si abolirono gli esami di riparazione sostituendolo con i corsi di recupero. “Gli insegnanti, per imparrtire lezione private agli alunni della stessa scuola – commenta Rembado – dovrebbero chiedere un’autorizzazione al dirigente scolastico.
Il fenomeno, però, resta spesso sommerso”. Eppure qualcosa si dovrebbe pur fare: alla media di 27 euro per un’ora di lezione (circa 324 euro al mese per materia), le lezioni private costano circa 1.600 euro a famiglia e un’evasione fiscale di importanti dimensioni, se si considera che il quasi miliardo (890 milioni per l’esattezza) stimato dalla fondazione Einaudi potrebbe essere addirittura superiore considerata la difficile tracciabilità del fenomeno.
Con questi costi tuttavia rischia di riproporsi nuovamente il fenomeno contro il quale ci si è mossi vent’anni fa: con dei corsi di recupero la cui efficacia sembrerebbe tutta da verificare e dei costi che incidono pesantemente sul bilancio delle famiglie, il fenomeno evasivo appare come il minore dei mali innanzi a una scuola che oggi di nuovo rischia di essere “di classe”.