Potrebbe arrivare dal riscatto agevolato degli anni di studi in università una nuova misura ad hoc in favore dei pensionandi che desiderano anticipare la data di uscita dal lavoro. Lo rivela il Corriere della Sera, riprendendo alcune dichiarazioni al riguardo da parte del Sottosegretario Tommaso Nannicini, lo stesso che ha svelato in anteprima l'arrivo del nuovo meccanismo di anticipo pensionistico (oggi conosciuto alla cronaca come APE).

La questione appare delicata perché di fatto la misura è già presente nel nostro ordinamento previdenziale, ma ha visto progressivamente ridursi nel tempo i fruitori che hanno deciso di avvalersi dell'opzione. Il problema principale appare il costo che il lavoratore deve sostenere per poter riscattare il proprio titolo universitario, con stime che in alcuni casi arrivano a decine di migliaia di euro. Sebbene esista la possibilità di rateizzare l'importo complessivo, ad oggi sono davvero in pochi a poter sostenere quello che risulta essere molto simile ad un vero e proprio mutuo, al fine di anticipare di tre o quattro anni la data di pensionamento.

Ma vediamo come funziona nel concreto la misura attuale e quali interventi correttivi potrebbero arrivare nei prossimi mesi.

Pensioni e riscatto degli studi universitari: il punto della situazione

Attualmente il riscatto della laurea prevede la possibilità di far valere tutti i titoli universitari effettivamente conseguiti, cioè i diplomi universitari e di laurea, quelli di specializzazione e i dottorati. Restano invece esclusi i periodi di iscrizione fuori corso e quelli già coperti da una contribuzione obbligatoria o figurativa. Ma la nota dolente arriva con il calcolo dell'onere da sostenere, visto che questo appare legato al versamento di un contributo per ogni anno da riscattare, calcolato sulla base dello stipendio percepito.

Per questo motivo, prima si effettua la domanda e più basso risulterà l'importo da corrispondere, mentre chiedere il recupero degli anni di laurea nella parte finale della propria carriera può generare importi contributivi molto elevati.

Flessibilità Inps: come potrebbe funzionare il nuovo sistema

Stante la situazione, le nuove regole allo studio dei tecnici prevedono di flessibilizzare il riscatto della laurea attraverso una maggiore possibilità di scelta da parte dello studente. Ad esempio permettendogli di recuperare solo un certo numero di mesi o anni (ovvero quelli mancanti al conseguimento dei requisiti di legge per l'accesso all'Inps). Un'altra eventualità è quella di slegare il computo dell'importo finale dagli ultimi stipendi effettivamente percepiti: in questo modo il contributo di riscatto sarebbe calcolata in quota fissa, rendendo l'operazione maggiormente sostenibile.

Per quanto concerne le tempistiche riguardanti una possibile implementazione della proposta, si parla di un collegato da associare alla prossima legge di bilancio. Un elemento da tenere in considerazione soprattutto se si è in procinto di inoltrare la domanda, visto che attendere i prossimi mesi per verificare in che modo evolverà la situazione potrebbe tradursi in una scelta oculata.

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