Le ultime notizie sulle Pensioni precoci giungono dalle recenti dichiarazioni di Damiano, che si dice fiducioso sull'esito dell'incontro che si terrà oggi tra Governo e Sindacati. Parole che fanno ben sperare coloro che confidano nel Ddl 857 che comprenderebbe oltre alla flessibilità in uscita anche la Quota 41. Mentre le ultime parole del viceministro Morando lasciano l'amaro in bocca ai lavoratori, in quanto egli ha asserito, intervenendo in un convegno Cna, che la flessibilità in uscita dovrà essere assolutamente legata alla sostenibilità finanziaria.
Anche Poletti pare frenare sulla Quota 41: "Abbiamo espresso un orientamento molto chiaro di produrre una flessibilità in uscita", dice in una nota stampa Askanews, ma aggiunge, non possiamo trattare allo stesso modo chi non ha il lavoro e non arriva a fine mese e chi, invece, il lavoro lo ha e potrebbe arrivare alla pensione avendo un proprio reddito da lavoro.
Quota 41 sempre più a rischio? Ore decisive
Dunque è diffuso il timore che la quota 41 possa non essere, nuovamente, considerata tra le priorità del Governo che, avendo poche risorse a disposizione, potrebbe puntare non su misure ad hoc, ma su misure di pensione anticipata più generalizzabili, come l'APE.
Se da un lato Damiano sembra incalzare il Governo affinché si conceda la pensione anticipata a partire dai 62 anni e 35 di contributi con penalizzazioni annue al più del 2% e la quota 41 per i precoci, dall'altro Morando e Poletti sembrano frenare. Infatti, il ministro del lavoro, ha detto " Se lo Stato deve metterci dei soldi io credo che in primo luogo li debba mettere per il disoccupato". La quota 41 è oggi, dunque, in bilico?
Pensioni precoci, incontro importante e decisivo
All'incontro tra Governo e sindacati presenzieranno il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei Ministri. Il dibattito potrebbe risultare 'infuocato' dal momento che ad oggi l'unica soluzione al vaglio del Governo per l'uscita flessibile resta l'APE, anticipo pensionistico, mal visto dai lavoratori, specie dai precoci, che hanno manifestato in piazza il 19 maggio scorso.
Per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovanissima età, ed hanno già alle spalle 40/41 anni di contributi versati, nonostante siano ancora anagraficamente giovani, l'unica soluzione sponsorizzata da tempo da Damiano e sostenuta dai sindacati resta l'approvazione della Quota 41 senza penalizzazioni e limiti legati all'età.
Lo stesso part time agevolato che a breve potrà essere utilizzato come misura di uscita flessibile dal mondo del lavoro, dal momento che decreto è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale, vede la categoria dei precoci esclusi a priori. Una misura, quella voluta da Poletti, che lascia, dunque, 'al palo', tutti coloro che non matureranno entro il 2018 il requisito anagrafico dei 66 anni e 7 mesi e 65 e 7 mesi, per le donne.
Va da sé che i precoci non potranno mai accedere a tale misura, seppure molti non avessero alcuna intenzione di utilizzarla, in quanto avendo iniziato a lavorare a 16/17/18 anni, nel 2018 avranno un' età decisamente inferiore a quella richiesta. Per i lavoratori precoci l'incontro di oggi chiarirà molte cose, si comprenderà, infatti, se vi sarà davvero la volontà politica di far uscire dal mondo del lavoro, attraverso la quota 41, tutti quei lavoratori che oggi esausti, consci di aver ormai speso la giovinezza lavorando, chiedono venga loro riconosciuto, almeno, il diritto ad una vecchiaia serena. Cosa ne sarà della Quota 41?
Damiano pare avere una sola certezza e mette 'in guardia' il Governo Renzi, sarà importante oltreché necessario, dice, trovare quanto prima delle soluzioni condivise e positive, in quanto, le pensioni, fa notare Damiano, "orientano, da sempre, le scelte di voto di milioni di cittadini". Governo avvisato, mezzo salvato.