Sta crescendo la protesta dei docenti contro il bonus di merito istituito con la Buona Scuola di Renzi. Il principio di fondo è che non ci sono docenti di serie A o di serie B, come affermato dagli insegnanti della scuola Dante Alighieri di Palermo, ma tutti hanno eguale diritto al ritocco dello stipendio, se non altro non secondo le regole dettate, sommariamente, dal Decreto del ministero dell'Istruzione dello scorso aprile.

Una recente indagine della Cisl Scuola ha stabilito che, nella sola regione della Sicilia, solo in dodici scuole su cento, le operazioni di assegnazione del bonus docenti non stanno creando un clima teso. Nei restanti istituti, informa l'edizione palermitana de La Repubblica, perplessità e malumori tra docenti, stanno caratterizzando la sperimentazione del premio. 

Bonus docenti 2016: cresce la protesta nelle scuole italiane

Motivo per il quale anche il bonus di valutazione dei docenti sta diventando elemento di protesta nelle scuole. Allo stesso istituto Alighieri di Palermo, ma è ormai opinione comune degli insegnanti di tutte le scuole, i parametri stabiliti dai comitati di valutazione andranno a premiare, in prima battuta, chi ha effettuato il maggior numero di attività al di fuori delle classi trascurando, così, il lavoro svolto nelle diciotto ore settimanali di servizio.

Con il risultato che tanti professori stanno rinunciando a partecipare all'assegnazione del bonus: nell'istituto palermitano è necessario presentare l'autodichiarazione che, in molti casi, costituisce una vera e propria autovalutazione. In trentadue si sono rifiutati di compilarla. A Bologna, ma le cronache locali dei giornali sono piene di segnali di protesta, all'istituto comprensivo Volta, 72 docenti su un organico di 177, si sono rifiutati di presentare la domanda per il bonus. In molti vorrebbero addirittura restituirlo alle scuola per finanziare progetti didattici. 

Premio di valutazione scuola 2016: a quanto ammonta?

L'assegnazione del bonus, insomma, viene ritenuta fonte di disparità di trattamento tra docenti, ma anche come il tentativo di dare un'impronta aziendalista e gerarchizzata all'intero sistema scuola.

In ballo una tantum sullo stipendio che, finora, non è stato possibile stabilire in maniera precisa: dai 200 milioni stanziati dal Governo, ogni scuola ne percepirà dai 15 ai 23 mila euro in media. Da questa divisione, ed in base al principio contenuto nel Decreto di aprile di non distribuire il premio in busta paga a tutti indistintamente e, al contrario, ad un gruppo troppo ristretto di insegnanti, ne deriva che il bonus potrebbe aggirarsi tra i trecento ed i cinquecento euro lordi per ciascun professore. Ma se la percentuale dei docenti da premiare si dovesse restringere al minimo indispensabile per non infrangere il Decreto, allora in busta paga potrebbero riceversi dai cinquecento ai 1.500 euro lordi.