Che sia la volta buona perché finalmente ai lavoratori stagionali venga salvaguardato il diritto ad un degno sussidio di disoccupazione che la Naspi rischia di far perdere? La speranza degli addetti a questa tipologia di lavoro sembra aver ripreso colore, dopo le notizie allarmanti degli ultimi giorni, perché il 16 giugno, la Commissione Lavoro della Camera (presieduta da Damiano) ha iniziato lo studio di 3 risoluzioni che spingono ad estendere la durata del sussidio per gli stagionali.

Ieri sono intervenuti in Commissione anche i sindacati proprio per spingere ad una soluzione condivisa e rapida della vicenda.

Il tempo stringe

Va trovata una soluzione quanto prima, perché è ufficialmente partita la stagione estiva, ed i lavoratori che come al solito hanno trovato occupazione in stabilimenti balneari, strutture alberghiere e così via, non sanno ancora cosa faranno nei mesi successivi al licenziamento per fine attività delle aziende per le quali lavorano. Quando durerà il loro sussidio di disoccupazione è la domanda più frequente che si pongono. Con le norme della Naspi così come sono state emanate lo scorso anno, senza considerare il correttivo tampone dello scorso anno, si può ben dire che agli stagionali toccheranno solo pochi mesi di sussidio, la metà dei mesi di contratto che hanno appena stipulato.

Con la chiusura delle attività parlamentari, il tempo a disposizione per trovare un correttivo prima di settembre, quando i lavoratori inizieranno a presentare le domande di disoccupazione, evidentemente è ristretto.

Il lavoro in Commissione

Sono ben 3 le soluzioni che sono state depositate alla Camera e che chiedono di rivedere la durata della Naspi per i lavoratori stagionali. Anzi, alle proposte ufficiali vanno aggiunte quelle provenienti dall’ottimo lavoro dei comitati e dei gruppi di lavoratori del settore. Questi chiedono che venga concessa una disoccupazione, almeno pari ai mesi di lavoro svolti nell’anno in corso, perché come sembra, il Governo non ne vuole sapere di bonificare i periodi già coperti da altri precedenti sussidi nel quadriennio di osservazione, cioè non vuole riconfermare la salvaguardia dello scorso anno.

Ritornando ai tre atti, bisogna sottolineare come provengano da diversi gruppi in Parlamento, cioè M5S, PD e Lega Nord. Ieri sono iniziati i lavori sulle tre proposte e sono stati ascoltati anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Questi si sono detti d’accordo con le tre soluzioni che sono di contenuto simile e  rimarcano la necessità di fare un passo indietro e di non considerare gli stagionali come tutti gli altri lavoratori. Infatti, la discontinuità lavorativa è un fattore molto importante da considerare, perché è alla base proprio del lavoro turistico. Il lavoro stagionale è spalmato purtroppo su pochi mesi all’anno e collegandosi ad una Naspi di poche settimane, rischia davvero di compromettere la vita di molti lavoratori.

Conseguenze, in assenza di interventi, saranno anche la fuga da questa tipologia di lavoro e la perdita di personale qualificato delle strutture di ricezione turistica, perché molti lavoratori cercheranno incarichi alternativi capaci di produrre per le loro famiglie un reddito più adeguato di quello che oggi potrebbe essere garantito dal sistema.