Dopo la manifestazione di piazza dello scorso 19 maggio organizzata da sindacati e comitati dei lavoratori, qualcosa sembra essersi finalmente mosso nella direzione auspicata per precoci ed esodati, anche se la situazione appare ancora tutt'altro che risolta. L'apertura del Governo si è infatti sinora concentrata principalmente sull'anticipo pensionistico (APE), rivolto generalmente alla platea dei lavoratori 63enni.

Restano però ampiamente lacunosi i dettagli riguardanti le specifiche situazioni di disagio, come quelle vissute per l'appunto dai lavoratori esodati e dai precoci. Per il momento i sindacati fanno notare un cambio di atteggiamento da parte del Governo. "il quadro di riferimento è mutato" ha spiegato la leader della Cgil Susanna Camusso, evidenziando che "non ci saranno decisioni unilaterali". Lo slancio di fiducia finisce però qui: "nei prossimi incontri verificheremo la reale disponibilità dell'esecutivo" rimarca la sindacalista, riferendosi alle differenze di vedute in merito all'implementazione delle nuove tutele di welfare e della flessibilità previdenziale.

Approfondiamo insieme l'attuale posizione del Ministro Poletti e le richieste dei Comitati territoriali.

Riforma pensioni: il Ministro Poletti apre ad un vero confronto

"Non c'è una proposta definitiva, anche perché l'impegno che ci siamo assunti è quello di un confronto vero" rimarca il Ministro del lavoro, intervenuto recentemente durante il Festival dell'Economia di Trento. Poletti spiega che al lavoratore verrà comunque offerta una certa discrezionalità nella scelta delle modalità utili per anticipare la pensione, ad esempio attraverso il ricorso alle risorse accantonate nella previdenza integrativa, per fare in modo di ridurre le penalizzazioni legate al meccanismo del prestito pensionistico.

Ovviamente, la situazione di persone in stato di disagio potrebbe essere diversa, visto che in questi casi lo Stato si farebbe carico dei costi legati al prepensionamento.

Le richieste dei lavoratori esodati e dei precoci

Stante la situazione, restano ferme le richieste dei lavoratori precoci e di quelli esodati. I primi rivendicano di poter uscire dal lavoro una volta maturati i 41 anni di versamenti, indipendentemente dall'effettiva età anagrafica raggiunta. I Comitati degli esodati chiedono invece di avviare l'8va salvaguardia parlamentare. A tal proposito hanno inviato alla fine di maggio una lettera all'attenzione del Ministro Poletti (e per copia conoscenza al Min. Padoan ed ai componenti della Commissione lavoro di Camera e Senato), con la quale si chiede l'avvio dell'ottava e ultima salvaguardia parlamentare.

I rappresentanti dei lavoratori parlano di una vera e propria emergenza sociale per i 34mila ex lavoratori rimasti esclusi dai sette precedenti provvedimenti e per i quali "occorre sollecitamente restituire il diritto alla pensione negata loro dall'iniqua Manovra del 2011". La richiesta è per l'approvazione della nuova salvaguardia entro e non oltre il mese di luglio, assicurando alla vicenda "i dovuti termini di urgenza e l'adeguato percorso parlamentare che ne consenta un'immediata approvazione".

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