È atteso per la metà di giugno il primo vero confronto di merito sull'anticipo pensionistico (conosciuto anche come APE) proposto dal Governo per rimettere mano al capitolo delle Pensioni e offrire flessibilità in uscita ai lavoratori che vivono situazioni di disagio. Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti ha infatti definito la seconda convocazione delle parti sociali attraverso un comunicato pubblicato sul sito del Ministero, all'interno del quale si definisce un nuovo appuntamento per martedì 14/6 alle ore 14.30. In quella sede si spera possanoarrivare i dettagli definitivi sul meccanismo delle pensioni anticipate tramite il prestito pensionistico studiato dal Governo,visto che fino ad ora le informazioni ricevute restano frammentarie e sono tutte riconducibili ad alcune anticipazioni rilasciate alla stampa dal Sottosegretario Tommaso Nannicini.
Per la fine del mese di maggio era attesa inoltrela pubblicazione di un paper da parte del Mef, che però al momento si sta facendo ancora attendere. Ma sono gli stessi sindacati a voler entrare nel merito dei conteggi effettuati dai tecnici, al fine di verificare quale sarà il reale impatto della misura e quali metodi di attribuzione dei costi verranno inseriti nella riforma. Vediamo insieme quali sono i principali nodi del contendere.
Riforma pensioni 2016-2017: ecco i nodidel confrontotra Governo e sindacati
Posto che la necessità di approvarela flessibilità previdenziale entro l'anno in corso risulti ormai consolidata, la battaglia dialettica tra parti sociali ed esecutivo passa ora sul terreno delle misure da implementare.
Il Sottosegretario Tommaso Nannicini ha finora messo sul tavolo due opzioni complementari. La prima si chiama Ape e dovrebbe permettere l'uscita anticipata ricorrendo ad un prestitofruibile per mezzo del mercato creditizio privato. La seconda prende il nome di Rita e prevede di mitigare l'eventuale penalizzazione attraverso il ricorso alla previdenza complementare.
Due idee che appaiono però fortemente osteggiate dai sindacati, sia perché non concordano sul ricorso al sistema bancario e assicurativo (in virtù dei costi aggiuntivi che potrebbe comportare questa scelta). Sia perché la platea iniziale dei fruitori sarebbe limitata da una fase sperimentale, che aprirebbe il prepensionamento solo dai 63 ai 66 anni.
Pensioni anticipate: le richieste dei sindacati per la flessibilità
Fatti salvi i dubbi già espressi in precedenza, restano ancora da approfondire le salvaguardie da avviare nei confronti di specifiche situazioni di disagio. Sul tavolo della contrattazione sindacale vi sono infatti le posizioni dei lavoratori precoci e degli esodati, che necessitano di salvaguardie ad hoc vista la peculiaritàdella propria situazione. Vi è poi la questione delle ricongiunzioni onerose tra diverse gestioni Inps, che di fatto blocca fuori dalle tutele previdenziali i lavoratori che hanno avuto carriere discontinue. Mentre altri nodi riguardano l'estensione dell'opzione donna, le tutele dedicate ai lavoratori usuranti ed il riscatto della laurea, che potrebbe essere reso meno onerosopermettendo di acquisire anzianità contributiva.
Al momento ancora non è chiaro in che modo si affronteranno questi punti, ma il successo dell'azione di riforma si potrà misurare sulle risposte fornite a chi sta vivendo talisituazioni di disagio.
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