Sembra essere sempre di più sotto accusa il Miur, sia per quanto riguarda i dati sulle bocciature al concorso scuola 2016, sia per quanto riguarda le assegnazioni e la mancanza di docenti in alcune regioni (almeno in quelle che l'hanno segnalata 'pubblicamente'). Se da un lato, dunque, molti posti destinati ai vincitori di concorso resteranno senza insegnanti (si ricorrerà alle supplenze, assegnate proprio ai docenti bocciati), dall'altro si segnala mancanza strutturale di insegnanti in Piemonte e Veneto.

In entrambi i casi – e se si leggono le due questioni contestualmente – sembra essere sotto attacco proprio l'intera politica scolastica del governo Renzi: le cattedre sarebbero poche in assoluto, ci sarebbero enormi carenze negli organici regionali, e in più non possono essere assegnate perché i dati sulle bocciature sono altissimi.

Dati bocciature concorso scuola 2016: aggiornamento oggi 31 luglio

L'ultimo aggiornamento sui dati delle bocciature al concorso scuola 2016 arriva dalla Sicilia. A parlare è proprio un dirigente dell'USR di quella regione che ha rilasciato alcuni dati decisamente allarmanti: per tutte le classi di concorso e a partire dalle prove corrette fino a questo punto, la percentuale dei bocciati è del 70%.

Soltanto 3 docenti su 10 avrebbero superato le prove e si cimenteranno con l'orale. La motivazione, secondo le parole del dirigente, sarebbe lo scarso aggiornamento dei docenti che, pur essendo preparati sulle proprie discipline, sarebbero andati particolarmente male nella lingua straniera e nelle competenze informatiche. Gli aspiranti docenti italiani non sarebbero all'altezza delle sfide della nuova società europea e globale.

Critiche Piemonte e Veneto contro il Miur: il nodo degli organici

Mentre dunque il concorso scuola 2016, a causa del numero elevatissimo di bocciature, non assicurerà la copertura delle cattedre richieste e si proseguirà nella malattia italiana della 'supplentite' (quella che Renzi prometteva di debellare), le regioni Veneto e Piemonte hanno lanciato un durissimo attacco al Miur.

Si sottolinea, infatti, che il numero di cattedre che il Miur ha accordato a queste regioni non potrà coprire il fabbisogno reale: molte classi rischierebbero di diventare ancora di più un 'pollaio' con più di 30 allievi, ma soprattutto non si assicurerebbe l'istruzione pubblica in zone di montagna o particolarmente lontane dai grandi centri abitati. La richiesta è quella di accrescere il numero delle cattedre destinate agli organici e la critica riguarda il fatto che, nel dispositivo della 'Buona Scuola', qualcosa non ha funzionato e la scuola pubblica sarà nuovamente in affanno. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.