Visto da fuori un Paradiso e da dentro un inferno. Non vuole essere uno sfogo personale, ma solo una costatazione. Negli ultimi mesi mi è capitato più volte di incontrare degli amici che lavorano al di fuori del mondo della Scuola e che alla risposta 'Sto insegnando' mi avessero detto: 'Eh no, guarda, quest'anno quando riaprono le graduatorie voglio fare la domanda nelle scuole, perché così non si può più andare avanti'.

Sinteticamente, ciò che loro vogliono intendere, e che per loro - da fuori - diventare insegnante significa sistemarsi economicamente. 'Che pensieri soavi, che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia la vita umana e il fato!' direbbe Giacomo Leopardi.

Studenti, strumenti per ricevere uno stipendio

Tutto questo mi fa davvero rabbia per due motivi: il primo perché 'insegnante non ci si può improvvisare', devi studiare, devi entrare in classe e confrontarti con gli alunni che non possono essere strumenti per ricevere uno stipendio; la seconda cosa  - quella che più mi fa arrabbiare e che mi suscita molte domande - è che da fuori, il mestiere dell'insegnante fa pensare a una sistemazione economica.

In realtà i docenti precari da anni non sono ancora entrati di ruolo e ricevono uno stipendio fino al giorno in cui lavorano, o meglio, se non lavorano non vengono stipendiati. E ancora. In questi giorni gli insegnanti attendono gli stipendi di aprile-maggio e giugno. Ora, quale altro dipendente o lavoratore attenderebbe annualmente, quindi non una volta ogni tanto, che lo stipendio gli venga dato dopo tre mesi? Siamo sicuri che le stesse persone, non vedendo arrivare la retribuzione per mesi - come capita di solito agli insegnanti che prendono servizio a settembre e vedono il primo stipendio a marzo, come è successo anche quest'anno - NON griderebbero allo scandalo, al 'Ministero ladro'? Vorremo davvero vedere se continuerebbero a pensare che l'insegnamento sia un rimpiazzo.

Insomma, una cosa da fare quando non si ha altro lavoro, alla pari di vedere i prodotti Avon nel tempo libero.

La lagna dello stipendio d'estate

L'insegnamento così tanto maltrattato e disprezzato e ce ne rendiamo purtroppo conto sopratutto 'grazie o a causa' - di coloro che ci ruotano attorno e esprimono la loro opinione. E chiudiamo raccontandovi un'altra vicenda, per la quale ci siamo trovati in difficoltà nel scegliere 'se ridere o piangere'. Durante una delle serate con alcuni 'amici di amici' mi sono trovato a chiacchierare con una insegnante di palestra, che si lamentava di non riuscire a trovare un lavoro per i due mesi in cui l'attività sportiva è ferma. Le sue parole: 'Difficile trovare qualcosa ora, bisogna inviare molti curriculum e poi per pochi soldi da miseria, non come gli insegnanti che hanno lo stipendio anche d'estate senza fare niente, dovevo fare l'insegnante'.

Dovete sapere che lei non conosceva il mio mestiere dunque ha parlato liberamente, ma tra me e me, avrei voluto vedere se quella miseria di cui parla gliela avessero data dopo 3 mesi di lavoro, e nemmeno tutta 'quella miseria', ma a rate'. Le sue riflessioni mi hanno fatto comprendere quanta disinformazione ci sia a discapito del mestiere più importante e bello nel mondo. Io sono precario ma non ho lo stipendio giugno-luglio-agosto - un Inferno eh, sì, tra benzina e bollette', perché se non lavoro non vengo pagato, come numerose migliaia di docenti, ma questo loro da fuori non lo sanno, nonostante il loro pensiero di Paradiso. È necessario entrarci nei due regni prima di giudicare. Volete raccontarci la vostra esperienza, colleghi? Scrivetecela al di sotto dell'articolo, e/o seguiteci, cliccando su 'Segui' in alto alla vostra sinistra.