Pensione anticipata, novità su importi e beneficiari della quattordicesima mensilità di pensione, soluzione per esodati, precoci e lavori usuranti: la riforma del sistema previdenziale vivrà un confronto importantissimo tra Governo e sindacati tra qualche giorno, presumibilmente tra venerdì 29 luglio 2016 e gli inizi di agosto, secondo quanto riferisce il quotidiano Il Sole 24 ore.

Al centro del tavolo della trattativa si cercherà di trovare la giusta quadratura dell'anticipo pensionistico di Renzi (Ape), principale novità sulle pensioni che sarà inserita nella legge di Stabilità 2017. 

Pensioni anticipate 2016: maggiori flessibilità per esodati, precoci e usuranti

Sulle Pensioni anticipate, il quotidiano di Confindustria rivela che il Governo sarebbe pronto ad attuare la flessibilità in uscita in due fasi: nella prima, quella che farà parte della legge finanziaria, si prevederà l'anticipo pensionistico fino a tre anni grazie al meccanismo del prestito bancario. Nella seconda fase, invece, successiva o concomitante con la legge di Stabilità, si cercherà di mettere in atto delle misure correttive per un adeguamento più flessibile rispetto alla rigidità delle speranze di vita dei lavoratori usuranti e di quelli precoci in vista del 2019, anno a partire dal quale l'allungamento dell'età della pensione di vecchiaia avverrà ogni due anni e ogni tre, come avviene tuttora.

 

Pensioni 2016, possibili novità su quattordicesime e rivalutazione

Proprio sulla quattordicesima mensilità di pensione potrebbero esserci importanti novità: è nelle intenzioni dell'Esecutivo, infatti, introdurre modifiche che portino ad allargare il numero dei possibili beneficiari (oggi corrisposta a chi percepisce assegni mensili fino a 750 euro), ma anche di incrementare l'importo della mensilità di 80 o di 100 euro. Oltre alla quattordicesima, i tecnici del Governo guidati dal sottosegretario Tommaso Nannicini, potrebbero rivedere i meccanismi che regolano l'attuale rivalutazione delle pensioni: infatti, la perequazione introdotta durante il Governo Letta con le 5 fasce, valida fino al 2018, ha prodotto malumori data l'indicizzazione solo per la metà di chi percepisce una pensione tra le cinque e le sei volte quella minima.

L'idea, in questo caso, è quella di ritornare al meccanismo delle tre fasce che era disciplinata dalla L. 338/2000 con indicizzazione del 100 per cento per pensioni fino a 3 volte il minimo, del 90% per pensioni tra 3 e 5 volte il minimo e del 75% per mensili oltre le 5 volte.