Ancora tanti gli interrogativi senza risposta per la categoria precoci, da mesi al centro della scena grazie all'instancabile attività di propaganda al grido di "Quota 41".

Sul tavolo degli ultimi giorni tra Governo e sindacati non hanno trovato spazio provvedimenti diversi dal bonus contributivo o dal solito APe, e l'atteggiamento "da indiano" dell'Esecutivo non ha certo contribuito a placare gli animi.

Il segretario generale di SPI-CGIL Ivan Pedretti ha spiegato via social come gli interventi da attuare siano ancora numerosi, asserendo che, da parte loro, i sindacati non mancheranno di soffermarsi sui temi che più interessano i precoci. "Molte misure sono già state definite; molte altri no. Vi terremo aggiornati", continua Pedretti.

Pensioni precoci, il dopo-incontro

Quella di ieri è stata la giornata dedicata alla rilettura – nonché aggiunta degli ultimi dettagli – del famigerato APe. Ma non solo: gli addetti ai lavori hanno dedicato parte del tempo alla designazione del nuovo piano di interventi che spazia dal rimpolpo delle quattordicesime per le minime al previsto bonus usuranti.

E se le prospettive delle categorie citate paiono già limpide, il discorso si complica notevolmente per quanto riguarda i precoci.

Procedendo con ordine, la proposta iniziale consisteva nel riconoscimento di un bonus tra i quattro e i sei mesi di contributi per ciascun anno di lavoro svolto durante la minore età. Tale ipotesi è stata successivamente bocciata dagli interessati in favore della Quota 41, una vera e propria "scorciatoia" verso la pensione che ne avrebbe consentito l'accesso diretto allo scoccare del quarantunesimo anno contributivo. Poi, più niente.

Negli ultimi giorni, il segretario confederale UIL Domenico Proietti si è così pronunciato in merito alla questione 41: "La riforma Pensioni va modificata sulla base di un'analisi concreta, e quarantuno anni sono oggettivamente sufficienti – se non troppi – per una pensione".

Ha poi commentato: "È giusto e comprensibile che l'argomento pensioni sia molto sentito: è così che si arriva alla riapertura di un confronto coi cittadini".

Intanto l'appuntamento è rinnovato al 21 settembre, ultima definitiva chiamata per la Quota 41. Poi si dovrà pensare alla presentazione della legge di Stabilitù 2017.

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