Le ultime novità sulle Pensioni aggiornate ad oggi 5 novembre hanno come riferimento i costi dell'Ape volontaria e le preoccupazioni di Cesare Damiano sulla forma agevolata dell'anticipo pensionistico previsto dal governo, la cosiddetta Ape social. Si è arrivati ormai al punto di non ritorno. Le carte sono in tavola. Tutto è pronto. La data di inizio della nuova era previdenziale è fissata per il 1° maggio 2017.
La riforma Fornero verrà superata grazie alla possibilità di andare in pensione prima rispetto all'età prevista prima. In molti diranno: 'Meglio di niente'. Non tutti però la pensano così.
Pensioni, quanto costa l'Ape volontaria?
Houston, abbiamo un problema. Una frase sciocca, banale, inflazionata, ma che rende l'idea di quanto sta succedendo intorno alla nuova riforma delle pensioni. Si parla di costi, nello specifico quelli dell'Ape volontaria. Chi, con 20 anni minimi di contributi, richiede l'uscita anticipata, dovrà rinunciare ad un quinto della pensione. Calcoli alla mano, significa che al mese dovrà dire addio al 5,5 per cento dell'assegno previdenziale.
Percentuali che, fino ad oggi, non erano state prese in considerazione. Di recente si era parlato, in via ufficiosa di un 4,5-4,6 per cento. Cifra che nel giro di una settimana è lievitata di un punto percentuale. In termini visivi può non sembrare un aumento significativo, ma nelle tasche dei pensionati la differenza si sentirà eccome. Ripetiamo, le cifre sono riferite a coloro che chiedono l'anticipo completo, di 3 anni e 7 mesi, decidendo di uscire dal mondo del lavoro a 63 anni. Se, ad esempio, il lavoratore anziché a 63 anni va in pensione a 64 anni, vedrà il proprio assegno pensionistico ridursi in minor misura rispetto al paventato 5,5%.
Ape social, Cesare Damiano vuole vederci chiaro
Non si è fatto attendere nemmeno l'interno di Cesare Damiano, in relazione alle ultime dichiarazioni del Ministro dell'Economia Padoan.
Attraverso una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, il parlamentare del Partito democratico si è detto preoccupato sull'Ape social, vale a dire l'anticipo pensionistico agevolato pensato dal governo per le categorie più disagiate, dai disoccupati ai disabili, senza dimenticare coloro che hanno svolto attività gravose per almeno 6 anni. L'ex ministro del Lavoro, ha affermato nella nota, non intende scoprire nel corso dei prossimi giorni, settimane, che non ci siano le risorse finanziarie affinché il prestito bancario ventennale per tali categorie venga pagato interamente dallo Stato. Sarebbe una beffa atroce, mal sopportata, per usare un eufemismo, dai lavoratori, un clamoroso autogol del governo, proprio a ridosso del voto al Referendum.
Ottava salvaguardia e lavoratori precoci, le ultime
L'intervento di Cesare Damiano ha toccato anche il tema inerente l'ottava salvaguardia per gli esodati, per cui ha confermato l'intenzione di proporre alcune correzioni in modo tale da renderla realmente definitiva.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci invece, si segnalano nuove manifestazioni in programma la prossima settimana, per sabato 12 novembre, con le proteste dei comitati di Palermo e Torino. Prosegue il malcontento verso quanto fatto dal governo con l'ultimo pacchetto delle pensioni, con la quota 41 anziché essere estesa a tutti è stata limitata ad un numero che dovrebbe essere di poco superiore alle 20.000 unità.