Il sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini ha diffuso le tabelle di penalizzazione per i lavoratori che decidono di andare in pensione in anticipo su quanto attualmente previsto dalla riforma Fornero. Si va da una riduzione della pensione pari a zero per chi rientra nei requisiti sociali, fino ad un massimo del 5,5% per ogni anno di anticipo per quelli che scelgono la cosiddetta Ape volontaria.

Al vaglio del governo anche le cifre da corrispondere per la quattordicesima. Vediamo in dettaglio e con esempi concreti le penalizzazioni relative alle diverse forme di anticipo pensionistico e le fasce per usufruire della futura quattordicesima.

L'Ape volontaria

Potrebbero essere interessate a questa scelta oltre 300 mila persone. L'Ape volontaria prevede la formula dell'anticipo pensionistico attraverso un prestito bancario da restituire in 20 anni. Le condizioni indispensabili per accedere a questa tipologia di anticipo pensionistico sono sostanzialmente due: Aver compiuto 63 anni ed avere almeno 20 anni di versamenti contributivi.

Il lavoratore che sceglierà l'Ape volontaria dovrà innanzitutto scegliere la quota pensione, rispetto a quella spettante, da chiedere come anticipo nel periodo che lo separa dalla attuale scadenza secondo le regole della Riforma Fornero. Il sottosegretario Nannicini nella tabella esposta in conferenza stampa ha ipotizzato una richiesta dell'85% della pensione netta, un tasso annuo sul prestito del 2,5% ed un premio assicurativo del 29% sul capitale (cifre puramente simboliche dal momento che sia il tasso sul prestito sia quello del premio assicurativo dovranno essere concordati con le banche e con le assicurazioni che sceglieranno di fornire i propri servizi a questo scopo). Con questa situazione, ad esempio, ipotizzando una pensione lorda mensile di 1000 euro (865 netti), un pensionato che fa richiesta anticipata di tre anni riceverà 736 euro mensili e alla scadenza dei tre anni dovrà pagare, per 20 anni, una rata di 140 euro mensili; semplificando, dunque, al pensionato sarà corrisposta, per i successivi 20 anni, una pensione netta di 725 euro mensili anziché 865.

  

L'Ape sociale e quella aziendale

Questa forma di anticipo pensionistico è riservata ai disoccupati, agli invalidi, a chi ha parenti validi da assistere (se ha 30 anni di contributi versati) e a persone che hanno svolto lavori usuranti (con 36 anni di contributi versati). In questo caso il periodo di anticipo dalla naturale scadenza, fino a 1.500 euro lordi, dovrà essere restituito ad un tasso corrispondente a quello più favorevole applicato ad un lavoratore dipendente. Per l'Ape aziendale, in sostanza, la rata richiesta viene quasi azzerata dalla detrazione irpef e dal contributo dell'impresa presso cui il pensionato lavorava.

La quattordicesima

Sarà corrisposta ai pensionati secondo le seguenti fasce pensionistiche:

  • Pensionati che percepiscono attualmente una cifra mensile da 336 a 504: avranno una quattordicesima che oscillerà tra i 437 e i 655 euro ( più o meno il 30%) corrisposta una volta all'anno.
  • Pensionati che percepiscono attualmente una cifra mensile che oscilla da 750 a 1000 euro mensili: percepiranno la quattordicesima con i vecchi importi in vigore.