Per accedere alla pensione anticipata è necessario che il richiedente sia i possesso di un minimo contributivo previsto per l'#APE volontaria o aziendale ed abbia almeno 63 anni di età. Dunque non devono mancare più di 3 anni e 7 mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Ape e la variabile «speranza di vita»
Il 'paletto' dei 3 anni e 7 mesi è stato previsto perchè dal 2018 l'età minima, che non sarà soggetta a variazioni, per presentare domanda di pensione di vecchiaia sarà necessario avere 66 anni e 7 mesi per tutti i lavoratori, uomini e donne, sia del settore pubblico che per privato.
Quindi la somma di 63 anni (attualmente richiesti per l'accesso alla pensione anticipata) ed i 3 anni e 7 mesi, rappresenta la soglia minima per accedere al trattamento pensionistico.
Ad ogni modo, poichè l'Ape non potrà essere richiesta prima di maggio 2017, l'anticipo effettivamente maturabile entro la fine del 2018 non potrà di fatto essere maggiore di 1 anno e sette mesi.
La situazione si complicherà negli anni a venire, dato che nel biennio 2019-2020 il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (al pari di tutti gli altri del sistema previdenziale) sarà adeguato alla variazione della speranza di vita.
Pertanto, potenzialmente possono aversi questi tre scenari:
- poichè con la riforma di fine 2011 è stato ipotizzato un ulteriore incremento dei requisiti di quattro anni, quindi nel 2019-2020 sarebbero necessari almeno 67 anni e 11 mesi di età;
- a fronte dell’effettiva variazione della speranza di vita registrata successivamente, la Ragioneria generale dello Stato, a seguito del rapporto del 2015 sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario, ha portato ad un aumento di + cinque mesi l’adeguamento;
- sempre per il medesimo motivo, poichè nel 2015, come accertato dall’Istat, la speranza di vita si è ridotta, la Ragioneria generale dello Stato, nel rapporto 2016 ha ipotizzato anche una variazione nulla del parametro di riferimento, per cui si andrebbe in pensione di vecchiaia ancora con 67 anni e sette mesi.
Nella legge di Bilancio appena approvata non si fa riferimento a questa variabile che però, come si può notare dagli esempi sopraindicati, incide sulla durata massima dell’anticipo che si può chiedere.
Un esempio pratico
Chi ha compiuto 63 anni nel gennaio 2016 e chiede l’anticipo pensionistico nel mese di maggio 2017 (prima non è possibile) potrebbe andare in pensione nell’agosto o dicembre del 2019 o persino nel gennaio 2020 e l’Ape (che si ricorda è un anticipo finanziario) potrebbe durare da un minimo di due anni e tre mesi a un massimo di due anni e otto mesi.
Quindi coloro che richiederanno l’Ape entro la fine del 2017, questa potrà avere una durata prevista che sarà diversa da quella determinata dall’aggiornamento in vigore tra poco più di due anni.
Il problema però non sorge per chi farà 63 anni a partire da giugno 2017 in poi, perché in ogni caso raggiungerà i 63 e sette mesi nel 2021, quando in base alle regole attuali il requisito per la vecchiaia non potrà essere inferiore a 67 anni, indipendentemente dall’andamento della speranza di vita. A quel punto, per accedere all’Ape serviranno almeno 63 anni e cinque mesi di età (67 anni meno 3 anni e 7 mesi).