Secondo l'ultimo rapporto Istat sull’occupazione, si denota un divario alquanto importante tra i giovani e gli over 50. Dai dati si apprende che il Lavoro sia aumentato nel corso del 2016. Tuttavia, a fare da traino non è la fascia di lavoratori tra 15 e 49 anni, bensì quella immediatamente più anziana. In effetti, gli italiani con un'età compresa tra 50 e 64 anni ha ottenuto più assunzioni, e facendo toccare quota 40 percento la disoccupazione giovanile.
Domanda: l'Italia non è un paese per giovani? E ancora: Il Jobs Act chi ha favorito? Al riguardo, le cifre registrate dell'Istituto Nazionale di Statista potrebbero aiutarci, queste segnalano che al 31 dicembre 2016 hanno trovato lavoro 168mila giovani, contro i 410mila posti trovati dagli over 50.
Divario legato all'invecchiamento
Lo stesso Istat precisa che la platea di italiani che hanno superato i 50anni è in netto aumento rispetto ai giovani, e di conseguenza anche le percentuali sono molto diverse. Nonostante ciò, si legge nel rapporto, quella demografica è solo un aspetto; gli over 50 da un lato lavorano di più perché sono superiori in numero di persone, ma anche perché sono più ricercati dalle aziende stesse.
E l'incremento percentuale della disoccupazione giovanile sarebbe data anche dalla diminuzione degli inattivi, vale a dire giovani tra 15 e 34 anni che prima né studiavano né cercavano lavoro. Di conseguenza la platea in cerca di impiego si allarga.
Opinioni diverse
Secondo i vertici della Fondazione Kuliscioff, l'occupazione giovanile aumenta molto lentamente. L'Unione delle Camere di Commercio dichiara che nei primi mesi del 2017 c'è una forte intenzione delle aziende a reperire personale, ma 1 su 5 di queste richieste non trova il profilo adeguato. E il motivo andrebbe ricercato sulla necessità di uomini e donne altamente specializzati. Infatti, le ricerche sono orientate verso le qualifiche tecniche, professionali e anche operai specializzati. E purtroppo, secondo i dati Istat, un'ampia percentuale di giovani non rientrano tra questi profili impegnativi.