La Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge che prevederebbe il pagamento degli stipendi con la modalità esclusiva del versamento sul conto corrente bancario o postale. Non sarà, quindi, più possibile ricevere il pagamento in contanti. Questa decisione metterebbe in regola una prassi, ormai diffusissima, in base alla quale gli emolumenti dei vari contratti, sia di lavoro dipendente che di collaborazione coordinata e continuativa, vengono effettuati con accredito sul conto corrente. Ciò avviene, ovviamente, a fini anti - evasione fiscale garantendo la tracciabilità dei pagamenti.
Per la conversione in legge, ovviamente, serve anche l'approvazione del Senato della Repubblica, ma vediamo cosa dovrebbe prevedere, nello specifico, la proposta approvata dalla Camera dei Deputati.
Cosa cambia nella busta paga
Il contenuto della busta paga è stabilito dal libro unico del lavoro, disciplinato dall'articolo 39 del Dl n°112/2008. Questo stabilisce che, oltre ai dati anagrafici del dipendente o del collaboratore e il suo codice fiscale, siano presenti sulla busta paga la sua qualifica o il livello raggiunto, la retribuzione oraria base, le coperture assicurative di legge, l'anzianità di servizio, le presenze, le ore di straordinario e i periodi di ferie e di riposo eventualmente goduti.
In alcuni casi è presente anche la voce pagamento in contanti, che ora, se la nuova proposta si trasformerà in legge, dovrebbe essere eliminata dai cedolini.
In base alla proposta appena approvata, il pagamento degli stipendi dovrebbe avvenire solo con tre modalità differenti. Ovviamente, attraverso accredito sul conto corrente bancario o postale del dipendente o collaboratore. In secondo luogo, mediante prelievo diretto allo sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro. Infine, si può optare per l'emissione di un assegno, da parte della banca del datore di lavoro, da consegnare al lavoratore o a un suo delegato di età non inferiore ai 16 anni.
La movimentazione acquista il valore di quietanza
Con l'abolizione del pagamento in contanti, inoltre, diventerebbe inutile che il dipendente o il collaboratore firmi il cedolino per ricevuta o quietanza di pagamento. Infatti, ciò che fa e farebbe fede in caso di contenzioso è la lista movimenti della banca. O, quanto meno, la matrice dell'assegno emesso o la ricevuta rilasciata dallo sportello al momento del pagamento.
Ciò non toglie che, anche con la trasformazione di questa proposta in legge, potrebbero non venir meno le cattive pratiche adottate da alcuni datori di lavoro poco corretti, ad esempio quella di pagare lo stipendio tramite bonifico per poi pretendere la restituzione di una parte dello stesso in contanti, pena il licenziamento.