reddito di inclusione al via dal prossimo primo gennaio, ma le domande per i possibili fruitori scattano oggi 1° dicembre. Parte così la grande novità del 2018 che il Governo ha inserito nella Legge di Bilancio al capitolo “misure di contrasto alla povertà”. Il Rei sarà la misura unica destinata alle famiglie in difficoltà e nella Legge di Bilancio viene lasciata aperta la porta ad ulteriori correttivi che partiranno a 2018 inoltrato.
Intanto la misura parte da oggi con la possibilità per chiunque si trovi nelle condizioni di poterla richiedere, di presentare istanza.
La misura ed a chi spetta
Il Rei altro non è che un assegno mensile erogato per un periodo massimo di 18 mesi destinato a famiglie con figli minori, disabili, donne in gravidanza e disoccupati over 55 al loro interno. Nella manovra di Bilancio però sembra certo che dal prossimo luglio la misura dovrebbe estendersi a tutte le famiglie disagiate senza paletti e vincoli relativi alla loro composizione. L’assegno sarà erogato con lo stesso meccanismo della vecchia social card o della carta acquisti, cioè con ricariche su una specie di carta di credito.
La metà dell’importo erogato potrà essere liberamente prelevato in contanti, mentre la seconda metà dovrà essere spesa per l’acquisto di generi di prima necessità presso negozi che aderiranno al progetto, presso le farmacie per i medicinali e per pagare le bollette di luce e gas.
I negozi e le farmacie che accetteranno pagamenti tramite la carta Rei con il Pos, dovrebbero concedere sconti pari al 5% sui prezzi al pubblico e per le bollette domestiche, previste riduzioni di importo per i fruitori del Rei. Oltre all’erogazione dell’assegno il Rei prevede dei percorsi di riqualificazione professionale e di politiche attive del lavoro a cui tutti i componenti della famiglia beneficiaria dovranno obbligatoriamente partecipare per non perdere il diritto all’assegno.
Gli importi nel dettaglio sono:
- Famiglia composta da un solo soggetto: € 187,5 mensili;
- 2 soggetti: € 294,4 mensili;
- 3 soggetti: € 382,5 mensili;
- 4 soggetti: € 461,3 euro mensili;
- Da 5 soggetti: € 485,4 mensili;
soggetti beneficiari sono i cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno di lunga durata (ex carta di soggiorno) che dimostrano di risiedere nel territorio della penisola da almeno 2 anni consecutivi.
Redditi, patrimonio e domande
Sarà necessario possedere un Isee in corso di validità che può essere anche l’Isee corrente che non deve superare i 6.000 euro ed un Isre (cioè l’Isee diviso per la scala di equivalenza) non superiore a 3.000 euro. il patrimonio mobiliare, cioè quello dei soldi in banca di qualunque tipo, cioè buoni, conti, libretti e carte di credito e debito non deve essere superiore a 6.000 euro maggiorati di 2.000 euro per ogni componente la famiglia oltre al richiedente fino ad un massimo di 10.000 euro.
Per gli immobili necessario che il loro valore catastale non superi i 20.000 euro escludendo dal computo la casa di abitazione. Inoltre non bisogna possedere imbarcazioni o auto e motoveicoli immatricolati a nuovo negli ultimi 2 anni. Per le autovetture destinate a disabili questo ultimo vincolo non vale.
Inoltre le famiglie con un unico componente previste dalla misura così come appare oggi ed in attesa dell’estensione del prossimo luglio, devono essere composte da un unico soggetto disoccupato over 55. Lo stato di disoccupazione deve essere attivo da almeno 3 mesi e la misura non è cumulabile con redditi da lavoro entro la soglia di 8.000 euro per i dipendenti e 4.800 euro per gli autonomi.
In questo caso però va necessariamente comunicato il reddito all’Inps tramite il modello Rei-com. La domanda che si potrà presentare da oggi, sarà telematica e dovrà essere presentata presso i comuni o i punti di accesso al Rei, che proprio i comuni identificheranno. Il modulo da presentare è quello predisposto dall’Inps ed al quale andranno allegati il documento di riconoscimento in corso di validità, il codice fiscale in fotocopia, il permesso di soggiorno per gli extracomunitari o il certificato del ginecologo di una struttura Asl riconosciuta per le donne in stato di gravidanza.