La Camera dei Deputati ha licenziato con parere favorevole una proposta di Legge che probabilmente cambierà di netto la vita di molti lavoratori. I datori di lavoro italiani sovente erogano lo stipendio ai lavoratori in contanti, facendo firmare la busta paga. Una prassi che il nuovo provvedimento vorrebbe eliminare, consentendo i pagamenti solo con metodi tracciabili. Dopo il via libera della Camera dello scorso 15 novembre, la palla adesso passa al Senato per il via libera definitivo. La proposta è del PD, partito di Governo con la prima firmataria l’Onorevole Titti Di Salvo, attuale vicepresidente della Camera dei Deputati.
Ecco perché appare probabile la conversine in Legge della proposta. Ma cosa cambierebbe per i lavoratori ed a quali categorie si rivolge? Ecco la novità spiegata nei minimi dettagli come riporta un articolo di adnkronos.com.
Pagamenti consentiti
Sarà l’ennesima mossa del Governo per controllare i reali redditi delle famiglie, oppure sarà la volontà dello stesso Esecutivo di combattere le pratiche illegali che sono frequenti nel lavoro e sono a discapito dei lavoratori, fatto sta che questa proposta sarà accompagnata da numerose polemiche. Spesso i datori di lavoro pagano gli stipendi in contanti, come dicevamo in premessa, ma allo stesso tempo utilizzano questa pratica contro i lavoratori. Buste paga con importi in linea con i Contratti Collettivi di riferimento ma pagamenti inferiori alla busta paga erogati in contanti sono frequenti, con il lavoratore spesso costretto ad accettarli sotto il ricatto della perdita del lavoro.
Oppure pagamenti maggiori erogati fuori dalla busta paga e quindi in nero per evitare di pagare le tasse. Queste alcune delle prassi che secondo il Governo questo provvedimento potrebbe debellare. Lo stipendio se passasse la misura sarebbe erogabile solo tramite assegno, bonifico bancario o bonifico domiciliato presso Poste Italiane o altri Istituti di Credito.
Badanti, Colf ed altri soggetti esclusi
La misura, una volta approvata costringerà i datori di lavoro ad adempimenti particolari. Infatti in sede di assunzione le aziende dovranno comunicare al Centro per l’Impiego, oltre ai classici dati del lavoratore ed a quelli riguardanti l’attività che andrà a svolgere (la normale comunicazione obbligatoria prevista per le nuove assunzioni), anche i dati relativi alla modalità di pagamento dello stipendio, nonché il nome dell’Istituto di Credito che verrà scelto per effettuare l’erogazione dello stipendio.
Inoltre il Governo dovrà andare a stringere convenzioni con l’associazione delle banche (ABI), con Poste Italiane ed anche con le associazioni di categoria sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. La mancata osservanza delle nuove disposizioni prevedrà multe salate che dovrebbero andare da 5 a 50mila euro. Naturalmente non tutte le categorie di lavoratori rientreranno in questa nuova norma, perché i datori di lavoro senza Partita Iva saranno esclusi dal nuovo obbligo. Una cosa che renderà impossibile applicare la novità al lavoro domestico, visto che il datore di lavoro non funge in questo caso nemmeno da sostituto di imposta. Badanti, colf e baby sitter quindi continueranno ad essere pagate per contanti e questo sicuramente genererà proteste perché sono tra le categorie maggiormente vessate dalle cattive abitudini di molti datori di lavoro. Soprattutto perchè il lavoro domestico risulta uno di quelli in cui i lavoratori sono pagati al di sotto dei minimi retributivi fissati dal CCNL di riferimento.