L'ISTAT, l'istituto a cui spetta il compito di rilevare i dati statistici in ambito nazionale, ha diffuso nella giornata di ieri, 30 novembre 2017, gli ultimi dati in tema di lavoro e occupazione rilevati a ottobre del medesimo anno.

Dati non proprio incoraggianti

Seppur timidamente incoraggianti, i dati, se analizzati freddamente e in maniera oggettiva non mostrano certo uno scenario in miglioramento per quel che riguarda il mercato del lavoro italiano.

Le rilevazioni ci mostrano che a ottobre 2017, gli occupati si attestavano a quota 23.080.000, in calo rispetto a settembre 2017 di circa 5.000 unità, con un tasso di occupazione del 58,1%, stabile rispetto al mese precedente e con un tasso di disoccupazione per lo stesso arco temporale stabile all'11,1%.

Il tasso di inattività rispetto al mese precedente rimane stabile al 34,5 % e con un risibile calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2016.

I dati di ottobre, se confrontati con quelli dello stesso mese dell'anno precedente, ci mostrano un aumento degli occupati di 246.000 unità e un risibile calo del tasso di disoccupazione di qualche punto decimale, che dall'11,7% passa, come detto poc'anzi, all'11,1%.

Per quel che riguarda la disoccupazione giovanile, l'Istat rende noto che essa si attesta a quota 34,7%, in lieve calo rispetto al mese precedente (35,4%) e con un calo ben più sostanziale rispetto al 2016, in cui nello stesso periodo era del 37,2% circa.

Il primo ad esprimere il proprio parere sulla questione, come ci si poteva aspettare, è stato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il quale ha affermato che i dati statistici appena pubblicati ci mostrano la sostanziale stabilità del mercato del lavoro italiano in termini congiunturali, oltre ad una tendenza alla crescita dello stesso sul medio-lungo periodo per quel che riguarda tutte le classi di età.

Sempre secondo il ministro, sarebbero degne di nota anche la riduzione degli inattivi e la riduzione del tasso di disoccupazione giovanile, aggiungendo che, grazie agli incentivi inseriti nella manovra di bilancio 2018, questa tendenza andrà a stabilizzarsi e rafforzarsi ulteriormente.

Nonostante il tiepido e prevedibile entusiasmo del ministro del Lavoro, i dati, da un punto di vista sostanziale, non mostrano per niente un contesto di reale crescita occupazionale.

Infatti, da un punto di vista relativo, i miglioramenti dei vari indici sono sempre nell'ordine di pochi punti decimali, questo per via del cambiamento che intercorre tra le grandezze utilizzate per il calcolo dei medesimi, ossia popolazione, lavoratori, inattivi e individui in cerca di lavoro.

Questo lento miglioramento del mercato del lavoro italiano ovviamente non è percepito dal sentore popolare e la situazione porta a pensare che di questo passo, senza reali politiche di crescita macroeconomica sul lato della domanda, si tornerà ai livelli pre crisi nel prossimo decennio. Ma di preciso ovviamente non si sa quando.